In Germania è esploso un clamoroso scandalo che coinvolge Till Lindemann, il carismatico cantante e frontman dei Rammstein. Il musicista è stato accusato da numerose persone, finora almeno dodici, di violenze e abusi sessuali avvenuti durante gli after party organizzati dopo i concerti della celebre band metal. Le denunce continuano ad aumentare, gettando un’ombra oscura su una delle figure di spicco della scena musicale internazionale. Ma è possibile ricostruire anche l’esperienza diretta di un uomo italiano che ha partecipato a uno di quei festini dopo un concerto dei Rammstein. Accompagnato da un’amica, l’uomo racconta un’esperienza inquietante e drammatica che ha messo in pericolo la vita della sua compagna.
Sono stato coinvolto, insieme a un’amica, in un concerto dei Rammstein meno di un anno fa, e la mia esperienza è stata una prova angosciante della situazione che si è verificata. Dopo lo spettacolo, siamo stati accompagnati nei camerini e abbiamo trascorso qualche ora a chiacchierare, fin qui tutto sembrava normale. Ma alle 2 di notte, la persona che ci aveva invitato ha deciso di andare a dormire, lasciandoci soli all’after party. In quel momento, abbiamo scoperto che rimaneva solo Till Lindemann della band, e in modo strano siamo stati scortati in una stanza in cui c’erano 30-40 ragazze, alcune vestite in modo provocante, e l’atmosfera era inquietante.
Le ragazze sembravano diverse da prima e anche noi ci siamo sentiti a disagio. Parlando con alcune persone del suo entourage, ho scoperto che erano state reclutate tramite Instagram da una donna che si occupava di questa attività. Ricordo di averla vista all’ingresso prima del concerto, pubblicava storie su Instagram chiedendo alle fan della band di contattarla se volevano partecipare all’after party. Durante l’ingresso alla venue, c’era addirittura una fila dedicata solo a queste ragazze. Inoltre, ho notato che l’addetta alla selezione aveva uno smartphone con collegato in diretta video Till Lindemann stesso.
Quando Till è entrato nella stanza, ha portato con sé una vaschetta piena di vodka e birra, invitando tutti a bere. Tutti hanno accettato, tranne me. Tuttavia, la mia amica ha bevuto un cocktail con la vodka, che ho scoperto essere stato preparato dallo stesso Till. A quel punto, il cantante ha iniziato a rompere bicchieri e bottiglie contro i muri, e ho pensato: “Ma cosa gli prende?”. Mi sono allontanato da lui per evitare il contatto, non sapendo quali fossero le sue intenzioni, e ho notato un ragazzo con uno zainetto in un angolo, che potrebbe essere una delle cause del suo comportamento.
Dal suo zaino continuava a estrarre buste di cocaina o marijuana e le distribuiva alle ragazze. Non mi ha sorpreso più di tanto, conoscendo l’ambiente musicale e i vizi di alcuni artisti, ma le quantità erano davvero enormi.
A un certo punto, Lindemann ha radunato tutte le ragazze, tra 30 e 40, e ha iniziato a organizzare una sorta di trenino. Nel frattempo, alcune di loro si sono sentite male, tanto che sono dovuti intervenire i soccorsi e hanno portato via alcune ragazze in ambulanza. Improvvisamente, una di loro, appena maggiorenne, si è aggrappata al mio braccio, piangendo e dicendo: “Non lasciarmi sola”. Ho fatto segno di sì, anche se la situazione non mi rendeva affatto sereno. Nel frattempo, Till ha continuato ad avere rapporti sessuali davanti a tutti, con più ragazze, facendo sesso con tre di loro sul tavolo, solo per darti un’idea della scena. Ero esterrefatto, e persino un membro dello staff si è avvicinato per cercare di rassicurarmi, dicendo: “Tranquillo, a volte è anche peggio…”
Siamo rimasti all’after party fino alle 4 del mattino, ma Lindemann ha continuato a offrire cocktail preparati da lui, arrabbiandosi se qualcuno rifiutava, distruggendo le cose presenti nella sala e impegnandosi in rapporti sessuali di gruppo o individuali con le ragazze, che sembravano non opporre resistenza.
Alle 4, la mia amica mi ha detto di sentirsi male e ho visto dal suo volto che c’era qualcosa che non andava. Ho chiesto allo staff di poter andare via, e siamo stati accompagnati in furgone al nostro hotel. Ma lì la situazione della mia amica è peggiorata. Non sembrava solo un semplice stato di ubriachezza, considerando che aveva bevuto solo un bicchiere di quella bevanda dalla tinozza portata da Lindemann. Sono rimasto al suo fianco per tutta la notte, temendo per la sua vita. Oltre allo shock per quello a cui aveva assistito, stava davvero male. Ci sono voluti tre giorni affinché si riprendesse, e mi ha detto di non ricordare nulla di ciò che era successo all’after party. Questo mi ha insospettito riguardo ai contenuti di quei cocktail.
Il resto del gruppo è rimasto fino alle 2 di notte e poi se ne sono andati, come se sapessero cosa sarebbe successo dopo e non condividessero il modo in cui Lindemann si “divertiva”. In effetti, hanno sottolineato che dalle 2 in poi tutti i cellulari delle persone presenti, soprattutto delle ragazze, sono stati sequestrati. Noi due, forse perché eravamo ospiti diretti della band e quindi più “rispettabili”, ci hanno solo raccomandato di non estrarre i nostri smartphone dalle tasche, altrimenti saremmo stati accompagnati all’esterno.
C’è una differenza tra le follie di una rockstar e le violenze e gli abusi. Non posso condannare nessuno, ma posso aiutare a capire cosa accadeva a quei party, perché sembrava tutto molto più che estremo.