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SPENDERE 250MILA DOLLARI PER MORIRE. LA TRISTE STORIA DEL TITAN

Se non fosse una storia triste che è costata la vita di cinque persone sarebbe un buon soggetto per un film: un gruppo di milionari in cerca di emozioni si imbarca su una scatoletta di latta con un biglietto a peso d'oro che cola a picco. Titoli di coda...

“Per me non ha senso scendere di quattromila metri, e in uno di quei piccoli carapachitos che è come… è uno scherzo. Hanno pagato 250mila dollari per morire”, ha detto Jorge Mario García, cubano detentore del record mondiale di immersione libera di Miami, che ha analizzato il destino delle cinque persone che si trovavano all’interno del sommergibile scomparso durante un viaggio per vedere i resti del Titanic.

A quanto pare, non serve alcuna esperienza subacquea per salire a bordo del Titan e tuffarsi nell’abisso. Basta avere un portafoglio ben fornito e firmare non uno, non due, ma ben tre documenti che praticamente dicono: ‘Ehi, sono completamente a mio agio con la possibilità di lasciarci le penne durante questa gita’. Per poter vivere a bordo della nave di spedizione per una settimana. È sufficiente avere una valigia colma di soldi e un’insana voglia di rischiare la propria vita.

“Ecco a voi il paradiso dei temerari!” Sabato scorso, Hamish Harding, esploratore britannico e uomo d’affari, direttore della Action Aviation, ha condiviso su Instagram alcune immagini accanto al batiscafo, spiegando che finalmente sarebbero iniziate le operazioni perché ‘una finestra di bel tempo si era aperta’.

Il dramma si è compiuto quando i cinque passeggeri del sommergibile, ora dispersi dalle acque dell’Atlantico settentrionale sin dalla domenica, vicino al relitto del Titanic, molto probabilmente hanno trovato la loro tragica fine nell’«implosione catastrofica» di quel piccolo sottomarino turistico. La Guardia Costiera degli Stati Uniti e gli organizzatori della spedizione hanno annunciato l’amara verità. ‘Ora crediamo che il nostro capo Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet siano tristemente morti’, ha dichiarato la società americana OceanGate Expeditions in un comunicato stampa.”

Ecco il colmo della sfortuna! ‘Il campo dei detriti’ trovato dai robot di ricerca a circa 200 metri dal mitico relitto, a quasi 4.000 metri di profondità, ‘è compatibile con una catastrofica implosione’ del sommergibile, ha dichiarato, a sua volta, il contrammiraglio John Mauger della Guardia Costiera degli Stati Uniti, durante una conferenza stampa a Boston, sulla costa nord-orientale degli Stati Uniti. Ha parlato di una ‘catastrofica perdita’ di pressione all’origine dell’incidente.”

Insomma, la vicenda del piccolo battello subacque scomparso si è chiusa nel peggiore dei modi. Le ricerche organizzate in superfice non sono servite a nulla. La morte è stata sicuramente istantanea e dovuta all’implosione del gragile scafo. Il capo di OceanGate, il signor Stockton Rush, si trovava a bordo insieme al facoltoso uomo d’affari britannico, Hamish Harding (58), ex subacqueo e militare della marina, il francese Paul-Henri Nargeolet (77) (soprannominato ‘Mr. Titanic’), e il magnate pakistano Shahzada Dawood (48) e suo figlio Suleman (19), entrambi di nazionalità britannica. I passeggeri hanno sborsato ben 250.000 dollari ciascuno. Un vero e proprio affare, non c’è che dire!

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.