Home Celebs Televisione Pino Insegno sprofondo rosso. Poraccio, non se lo fila nessuno…

Pino Insegno sprofondo rosso. Poraccio, non se lo fila nessuno…

Si possono fare tutte le eccezioni del caso, però il ritorno in Rai di Pino Insegno non è andato affatto bene. Dal debutto su Rai2 di lunedì 25 settembre, Il mercante in fiera ha visto scendere un non entusiasmante 3,4 all’1,9 dopo solo due giorni di messa in onda.

Pino Insegno sprofondo rosso
Pino Insegno sprofondo rosso

Pino Insegno sprofondo rosso. Inutile, non se lo fila proprio nessuno. Sarà per la patente “amico di”, sarà per il timbrino politico che ormai si porta in fronte, ma il presentatore della Rai sta collezionando una serie di flop da Guinness dei Primati. Mercoledì sera, in fascia preserale, Pino Insegno è sprofondato con il suo Mercante in Fiera all’1,6% con 301.000 spettatori, adombrando quindi lo spettro di drastici provvedimenti da parte della Rai. Eppure il personaggio, al di là della scelta di militanza politica che – permettetemelo – rientra ampiamente nei “fattazzi suoi”, ha una storia alle spalle.

43 anni di carriera buttati in un mese

“Siamo partiti male e andiamo avanti peggio, sembra di avere i fucili del plotone d’esecuzione puntati. C’è quasi l’attesa di dire: Hai visto? Sei raccomandato! Ma sono 43 anni che faccio questo mestiere!”. Tutto vero, Insegno ha alle spalle decine di programmi in Rai e in Mediaset a partire dai tempi della Premiata Ditta negli anni Ottanta, definirlo raccomandato è perlomeno ingeneroso. Anche se questo suo rientrare dalla finestra grazie alla spintarella politica evidente dell’amica Giorgia non gli ha certo giovato. Anzi. Così, come portar via l’Eredità a un mostro sacro della televisione nazional popolare come Flavio Insinna è apparso ai più un maldestro furto con scasso. Ma che Insegno sia un dilettante allo sbaraglio, no… proprio no

La Rai prende tempo

In Rai si sarebbero presi un paio di settimane per verificare l’andamento della curva degli ascolti. Intanto il conduttore va avanti: “«”Io mi ricarico uscendo, andando al bar a prendere un caffè e vedendo il sorriso del barista, di quello che mi offre il caffè o mi dà una pacca sulla spalla… Un microcosmo che mi ridà la forza di ricominciare”.

Pino Insegno sprofondo rosso

“Le critiche fanno male”, ammette. Ci soffro moltissimo. Perché non sono logiche, non sono mirate”, si lamenta lui, rispettando – in questo sì – il trend italiota degli ultimi tempi in cui la colpa è sempre degli altri. Ma nel frattempo non lo guarda neppure sua nonna e il programma tocca abissi di share impensabili. Insomma, va più gente a un concerto di Gianni Morandi che quella che guarda Insegno in tv. Cosa farò ora mamma Rai? Tornerà sui suoi passi e confermerà Insinna all’Eredità cercando di limitare i danni o continuerà a insistere su Insegno urlando a gran voce “Spezzeremo le reni all’Auditel”?

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.