Ci troviamo faccia a faccia con un campione, in un teatro di emozioni che va dalla «A» di attore alla «Z» di Zlatan. Ibrahimovic è sempre stato istrionico, sia sul campo con una mossa geniale che fuori con una battuta sorprendente. E ora, su un palco, dimostra ancora una volta il suo talento.
Potrei fare il cattivo in un film di James Bond
«Sono curioso, perché no? Ho voglia di provare cose differenti. Potrei fare il cattivo in un film di James Bond? Lo distruggerei e lo seppellirei da qualche parte un paio di metri sotto terra», confessa senza mezzi termini a Piers Morgan, mostrando la sua determinazione anche nel mondo dello spettacolo. Ma dietro questo grande uomo c’è una storia di guerra e di sopravvivenza.
Mia madre mi spaccava i cucchiai in testa, mio padre beveva
«Mio padre non ha mai parlato della guerra in Jugoslavia. Vivevo con lui, cinque bambini. Mio fratello maggiore è venuto a mancare un paio di anni fa, poi ho due sorelle maggiori con cui non ho rapporti e un’altra sorella maggiore: con lei abbiamo gli stessi genitori e siamo in contatto. È un casino. Io vivevo da solo con mio padre. All’inizio andava tutto bene, faceva di tutto per sopravvivere. Poi è iniziata la guerra e ha iniziato ad allontanarsi. Beveva, era lì seduto al telefono e cercava di entrare in contatto con la sua famiglia. Ero piccolo, ma lo vedevo e spesso quello che vedi ti rimane molto più impresso. Ricordo che di notte era al telefono per aiutare i suoi, ma io giovane, matto, selvaggio, ero sempre fuori a giocare a calcio. Però andavo a scuola, altrimenti mio padre mi avrebbe ammazzato. Mia madre mi spaccava i cucchiai in testa. Lo faceva con un cucchiaio da cucina e se si rompeva mi diceva di andarne a comprare uno nuovo. Ne ha rotti un sacco».
100 milioni dalla Cina
Nonostante le difficoltà, Ibrahimovic ha sempre seguito la sua strada, anche nel calcio. «Ho avuto offerte dall’Arabia Saudita e dalla Cina, ma quello che fa la differenza è ciò che vuoi. Ho avuto un’offerta da 100 milioni dalla Cina, ma sono andato in America. Mi sono sfidato con qualcosa di nuovo. Probabilmente ho un patrimonio da mezzo miliardo di dollari, ma non lo so con precisione».
Nella sua vita privata, l’amore è stato un capitolo complesso. Con Helena Seger, la compagna di sempre, ha vissuto una storia intensa. «Ho chiesto a Helena di sposarmi ma mi ha detto di no un paio di anni fa. Le ho detto: “Dopo 20 anni meriti di diventare mia moglie”. E lei: “Non ho bisogno di sposarti per stare con te”. È forte. Molto forte».
Non sente la mancanza del calcio giocato
Nonostante sia uscito dal campo, Ibrahimovic non sente la mancanza del calcio giocato. «Quando vedo altri attaccanti molto avanti con l’età che ancora giocano penso di poter giocare ancora, farei molto più di quello che fanno loro». Ma lui sa che ha detto addio nel momento giusto. «Non sono così egocentrico da avere l’esigenza di queste attenzioni ora. Altrimenti avrei scelto di fare il commentatore, l’opinionista, tutte queste cose che fanno gli ex calciatori. Lo fanno perché hanno ancora bisogno di questo tipo di attenzioni, ma capisco».
Mi manca Mino Raiola
E se lui per una carriera intera ha interpretato il ruolo del protagonista, la sua «spalla» perfetta è sempre stata una sola: Mino Raiola. «Per me era tutto. Quando è scomparso per me il calcio è cambiato, non è più stato la stessa cosa. Sono diventato chi sono anche grazie a lui. Ma ci davamo sempre battaglia, ci dicevamo anche cose pesanti. Del tipo: “Vaff***, non lavori più per me”. E lui: “Per licenziarmi prima devi assumermi”. Ogni volta che dovevo cambiare club facevamo il gioco del poliziotto cattivo e quello buono, io dicevo qualcosa e iniziava tutto. Lui stava al gioco. Ma se non otteneva quello che voleva diventava lui quello cattivo. Volavano sedie, tavoli».
Questo è Zlatan Ibrahimovic: un uomo che ha affrontato la guerra, i campi da gioco e il palcoscenico della vita con la stessa intensità e determinazione, dimostrando sempre di essere più grande delle sfide che ha incontrato.”