Non c’è pace per Fedez, ci si mette pure il Codacons. Fresco fresco di dimissioni dall’ospedale per i recenti problemi, ora il rapper deve affrontare il Codacons che lo accusa di calunnia. Lo comunica la stessa associazione, spiegando che il Gip del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano, ha disposto l’imputazione coatta del rapper per il reato di calunnia ai danni dell’associazione dei consumatori.
Non c’è pace per Fedez, ci si mette pure il Codacons
Il caso riguarda le dichiarazioni del cantante e conduttore risalenti al 2020, rilasciate via social nel 2020, in pieno putiferio pandemico, legate alla raccolta fondi di solidarietà per il Covid 19. Dopo la denuncia dell’associazione consumatori circa la campagna firmata Ferragnez – quella che portò alla sanzione dell’Antitrust verso la piattaforma di crowdfunding Gofundme per pratiche commerciali scorrette – Fedez accusò lo stesso Codacons di aver pubblicato sul proprio sito un banner ingannevole, per una raccolta fondi sul coronavirus. Un’accusa che il tribunale, però, ha rispedito al mittente, ritenendo corrette le informazioni pubblicate via web.
Il provvedimento del giudice
Scrive il Gip Marzano nel suo provvedimento: “Il Giudice rileva che non vi sia alcuna pubblicità ingannevole, rilevando che nei banner si faceva esplicito riferimento al supporto del Codacons per la battaglia dei cittadini sul Coronavirus, rilevando, appunto, che tale è l’oggetto e la destinazione dell’associazione […]. Il Giudice ritiene che emergano gli elementi strutturali del delitto di calunnia in capo al Lucia, ritenendo sorretto anche l’elemento soggettivo anche alla luce dei tempi con i quali il Lucia si determinava a sporgere querela nei confronti del Codacons”. Da qui l’ordine del giudice di formulare attraverso il pm l’imputazione coatta nei termini di legge”. Accusa che adesso dovrà passare al vaglio del Gip Marisa Mosetti all’udienza del 12 febbraio 2024.
Che cosa rischia Fedez
In caso di condanna, per il rapper potrebbero essere inflitti fino a 6 anni di reclusione, come previsto dal nostro ordinamento.