Il delirio di un neonazi: Anna Frank ha inventato la penna a sfera! La Rete è una delle cose più belle che i tempi attuali mettono a disposizione dell’umanita. Ma può rivelarsi anche un condensato di pericoli e di follia, sulla quale è necessaria una precisa educazione digitale. Dal phishing alle truffe online, passando per i pericoli dei social media, cyberbullismo e bufale di ogni genere.
Il delirio di un neonazi: Anna Frank ha inventato la penna a sfera!
E’ proprio vero che il sonno della ragione genera mostri. Ultima fra le bufale più colossali è quella diffusa da un antisemita canadese, attualmente sotto processo ad Amsterdam. L’individuo sostiene (purtroppo non è il solo) che il Diario di Anna Frank sia stato redatto con l’utilizzo di una penna a sfera. Peccato che questo genere di attrezzo si è diffuso però dopo la II Guerra mondiale. Quindi il libro sul quale milioni di ragazzi si sono formati sarebbe un clamoroso falso. Inutile dire che si tratta dell’ennesima follia complottista.
Un libro fondamentale, messo ignobilmente alla berlina
La realtà è che le peraltro pochissime scritte a sfera sul diario originale sono opera di alcuni studiosi che le hanno apportate negli anni ’60. Questo libro rimane una testimonianza fondamentale, scritto nei giorni drammatici della persecuzione nazista degli ebrei. Redatto dalla piccola Anna Frank, nascosta insieme alla sua famiglia in una casa di Amsterdam.
Sue le scritte antisemite sul muro di casa Frank
Il 41enne Robert Wilson, titolare della folle teoria, è accusato di aver proiettato con un laser una scritta antisemita proprio sulla facciata di casa Frank ad Amstserdam, che oggi ospita un museo. Pubblicando tra l’altro sui social il video della sua scellerata azione e condendo il tutto con insulti agli ebrei. Ritrattando poi la cosa: il canadese ha successivamente affermato che non era lui: quel giorno si trovava sì ad Amsterdam… ma solo per un giro turistico in compagnia della fidanzata e il figlio. Peccato che la memoria del suo drone lo inchioderebbe, collocandolo proprio nei pressi della casa-museo di Anna Frank. In passato Wilson che – ironia della sorta ha anche la cittadinanza polacca – si era fatto scattare delle foto davanti al tristemente famoso cancello di Auschwitz. Proprio sotto la scritta “Il lavoro rende liberi”, armato di cartelli recanti slogan antisemiti.
Antisemitismo e complottismo, spesso a spasso a braccetto
Il canadese appartiene al gruppo neonazista Goyim Defense League. Anni fa girava la California con un camioncino tappezzato di scritte contro gli ebrei. L’8 luglio scorso è stato arrestato in Germania: stava per salire su un aereo diretto in Canada, dove non può tornare per problemi con la giustizia, sempre legati ad episodi di discriminazioni razziali. Ed è stato estradato a fine agosto in Olanda, dove attualmente è in custodia. Guardando alla nostra realtà italiana, l’aumento di antisemitismo va di pari passo con il disagio sociale. Un fenomeno che si accompagna sottobraccio anche ad un becero complottismo, quasi sempre alimentato da informazioni non verificate, da aspetti riportati da persone terze. Quello che – più o meno – gli Elio e Le Storie Tese cantavano in Mio cugino: Mi ha detto mio cuggino che sa un colpo segreto che se te lo dà dopo tre giorni muori.