Corona ha ragione
Non facciamo confuzione, la ludopatia è ben diversa dal vendersi una partita di calcio. Come ieri Fabrizio Corona ha sottolineato fin dal primo momento, in questo caso stiamo parlando della dipendenza dal gioco che porta a scommettere, non dell’aggiustamento doloso dei risultati del campionato.
Cos’è la ludopatia
Ma che cos’è la ludopatia? Tra le tossicodipendenze senza droga veramente la ludopatia rappresenta quella che maggiormente tiene in ostaggio il cervello. I riflessi di questa dipendenza sono potenzialmente più devastanti di una dipendenza vera e propria di natura clinica, perché vanno a impattare sull’intero mondo di chi la subisce.
Chi ne risente?
Viene coinvolta la dimensione affettiva, lavorativa, relazionale, con un forte impatto sulla società, perché il ludopatico è a tutti gli effetti un tossico schiavo di comportamenti, azioni e decisioni che rivoluzionano la propria vita.
Non tutti sono ludopatici cronici
Ciò che distingue un ludopatico occasionale da uno cronico è l’iperproduzione nel suo cervello di dopamina, la molecola del desiderio, del piacere e del senso di onnipotenza. Ci sono persone che iniziano per curiosità ad avventurarsi nel mondo delle sommesse per poi rimanere intrappolate in un meccanismo infernale, che le porta a consolidare dei comportamenti in cui l’attesa della scommessa, la modalità e i rischi connessi a questo comportamento diventano centrali nella loro vita.
Come influiscono genetica e ambiente
Non bisogna sottovalutare che persone geneticamente predisposte, vivendo in un ambiente culturalmente favorente, sono proprio quelle che diventano degli efferati scommettitori ed entrano in astinenza quando non riescono a perpetuare questo comportamento. I calciatori potrebbero essere particolarmente a rischio, in quanto possono potenzialmente incidere sul risultato finale e influenzare così lo score, il punteggio di una partita.
La scienza ci spiega che succede al cervello di alcuni calciatori
Questo potrebbe spiegare la posta in gioco ma anche un senso di onnipotenza nel decretare un determinato risultato. Non ci dimentichiamo che il demone del gioco è sempre in agguato perché non è tanto legato alla potenziale vincita, ma all’ebrezza e alle forti emozioni che la dopamina ci conferisce , andando ad alterare la biologia del nostro comportamento