Omicidio di Meredith Kercher: è stato accolto dalla Cassazione il ricorso di Amanda Knox contro la condanna a tre anni di reclusione per le calunnie contro Patrick Lumumba nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio di Meredith Kercher. Il caso che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo diventando anche una serie Netflix, quindi non è ancora chiuso. I giudici hanno infatti disposto un nuovo processo, a Firenze. La condanna per la Knox per calunnia era stata definitivamente confermata dalla Cassazione, mentre la ragazza è stata assolta, insieme a Raffaele Sollecito, per l’omicidio di cui era sospettata.
Tutto nasce dalle accuse che Amanda Knox aveva fatto davanti agli inquirenti nei confronti di Patrick Lumumba, il suo ex datore di lavoro, proprietario di un locale a Perugia. Per questo l’uomo era stato arrestato e aveva passato alcuni giorni in carcere accusato dell’omicidio della giovane ragazza inglese. Fatto per cui era stata condannata. Una pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo che riconosceva una violazione nel diritto di difesa della Knox aveva riaperto i giochi. Permettendo ai suoi legali di presentare un nuovo ricorso ora accolto.
Il giallo di Meredith Kercher
L’omicidio di Meredith Kercher, noto anche come delitto di Perugia, è stato un omicidio commesso a Perugia la sera del 1º novembre 2007. Meredith Kercher era una studentessa inglese che si trovavain Italia per seguire un corso di laurea presso l’Università di Perugia. La ragazza venne ritrovata senza vita, con la gola tagliata, nella propria stanza, all’interno della casa che condivideva con altri studenti.
Un caso mediatico tra i più importanti della storia italiana. Per quell’omicidio è stato condannato in via definitiva Rudy Guede che avrebbe compiuto il delitto aiutato da non meglio identificati complici. Il processo ha avuto un iter giudiziario molto lungo e complesso e si è guadagnato le prime pagine dei giornali in tutto il mondo.
In primo grado, come concorrenti nell’omicidio, furono condannati dalla Corte d’assise di Perugia nel 2009 anche l’americana Amanda Knox e l’italiano Raffaele Sollecito. I presunti coautori del delitto furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d’assise d’appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all’omicidio), mentre per Amanda Knox fu confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Decisive furono le perizie che escludevano la certezza della presenza sulla scena del crimine dei due imputati.
Ora a distanza di anni c’è un nuovo processo da affrontare. Insomma un giallo infinito.