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Spalletti e quell’ottusa ipocrisia. I poveri ragazzi fragili che scommettono e lo sciacallo Corona

Scoperto il mistero! Il colpevole è Fabrizio Corona che sciacalla in cerca di pubblicità, non quei poveri ragazzi fragili pieni di privilegi, pagati in un giorno quanto una persona normale in un anno (o in dieci anni in alcuni casi). Il caso è risolto. Sono delle vittime, i poverini!

Spalletti e quell’ottusa ipocrisia. I poveri ragazzi fragili che scommettono e lo sciacallo Corona. Premesso, non sono mai andato matto per Luciano Spalletti. Tranne per la retrocessione della Sampdoria che, esclusivamente per motivi di tifo genoano, considero il suo assoluto capolavoro. Per il resto credo sia bravo se ha vinto scudetti ed è alla guida della Nazionale, ma sono altri gli allenatori per cui mi strappo i capelli che non ho. Ma lo facevo una persona saggia. Per questo sono rimasto sconcertato sentendolo commentare lo scandalo delle scommesse.

«I calciatori debbono sapere che sono personaggi famosi e che ci sono altre tipologie, altre professioni, dove si diventa altrettanto famosi andando a spiare e osservare quelli che sono i comportamenti di personaggi famosi», ha detto Spalletti in un’intervista a Rai Sport, «sciacallare un po’ su quello che loro fanno per avere altrettanta pubblicità». Chi sia lo sciacallo, alla luce di quello che è successo in questi giorni, non è difficile immaginarlo. «Se non ce la fai ad essere una persona di valore e non resisti alle tentazioni», ha poi ammonito i suoi, «per lo meno devi usare il ragionamento e l’intelligenza di andare a sfogare queste necessità personali in qualcosa che non disturbi la tua professione e il tuo lavoro, e la tua possibilità di vivere una vita importante».

Ahhhh. Ma quindi il colpevole sarebbe Fabrizio Corona che sciacalla in cerca di pubblicità, non quei poveri ragazzi fragili pieni di privilegi, pagati in un giorno quanto una persona normale in un anno (o in dieci anni in alcuni casi). Il mistero è risolto. Sono delle vittime, i poverini! Vanno sui siti di scommesse illegali a giocare a poker, poi magari scappa una puntata sul calcio, poi magari ti giochi la tua stessa ammonizione, entri in campo e ti fai ammonire… ma sono dei poverini. So’ ragazzi, su! Il cattivo è l’uomo nero, è Corona, che non ha abbastanza pubblicità e che deve scoperchiare il vaso pieno di liquami del calcio per averne altra… Attenti al lupo, cantava Dalla…

Quanta ipocrisia caro Spalletti. Quante cazzate. Quello che tu dici non solo è grave perché può diventare un alibi per questi milionari giovani e in mutande che guadagnano giocando al pallone mentre il resto dell’Italia non arriva a fine mese. Io personalmente, ma sono solo il direttore sciacallo di un sito di giornalisti sciacalli che cercano notorietà, li avrei presi a pedate in culo e li avrei portati al più vicino supermercato a vedere la gente che non ce la fa più a fare la spesa. Altro che poverini, altro che fragili…

Quella fatta fino ad oggi da Fabrizio e la banda Dillinger è un’inchiesta vera, che ha avuto riscontri importanti in avvisi di garanzie e confessioni. A me non interessa se Zaniolo, il superviziato re dei ragazzini viziati, scommette solo sul poker online. Lo fa su piattaforme illegali, fa una cosa illegale. Ma è moralmente che dovrebbe vergognarsi. Perché quello che decade è il suo essere un esempio, uno sportivo con la maglia azzurra che dovrebbe essere un punto di riferimento per migliaia di ragazzini. Hai bisogno di qualche spiccio per la pizza? No visto che guadagni milioni. E allora, se hai tempo libero, scendi per la strada e vai a vedere quanto sei previlegiato. Magari se riesci a dare una mano a qualcuno… altro che poker e black jet.

E gli altri due ragazzi fragili? Si sono giocati un milione! UN CAZZO DI MILIONE. Alzi la mano tra i lettori di DIllinger chi l’ha mai visto un milione. E loro se lo giocano in scommesse. E sapete perché? Perché sono rimasti dei bambini dentro. Non hanno mai dovuto lottare per fare la spesa, per comprarsi un’auto usata. E il problema, mio caro Spalletti, è Corona??? Scusa ma ti facevo più intelligente. O forse ti ho soppravalutato quando mi hai fatto godere mandando in B la Samp.

Noi abbiamo fatto un’inchiesta giornalistica e stop. Abbiamo dato i nomi che Corona ha scoperto, e ne daremo ancora. Sempre sapendo che ci giochiamo la faccia. E che mezza Italia, quella dei giornaloni che inseguono Dillinger sparando bordate di fiele e facendo ironia su di noi con il culo (si può dire culo in un articolo di giornale) in fiamme come i bastioni di Orione di Blade Runner perché hanno preso un buco epocale da chi, questo mestiere, lo fa davvero. Per strada, sporcandosi le mani, come mi aveva insegnato il mio caporedattore trent’anni fa, consumandosi le suole delle scarpe. E cercando NOTIZIE, non riscrivendo veline seduti in redazione ad aspettare pingui (sicuramente molto più dei nostri) stipendi il 27 del mese.

Un ultima menzione speciale al TG7. Di porcate in tv se ne sentono tante… Ma difficilmente nella vita mi è capitato di sentire un servizio parziale, astioso, maleducato, poco informato, ridicolo e patetico come quello di due sere fa. Mi ricordo la chiusa a memoria: “Fabrizio Corona ha detto che questa volta sta collaborando con la magistratura non da infame. Ma sono sicuro che, tra chi ci ascolta, saranno in pochi a cogliere la differenza”. Beh, non mi interessa sapere neppure il nome del collega che ha firmato quella schifezza. Ma la mia chiusa è la stessa. Leggendo certi giornali pieni di stronzate e ascoltando il tuo servizio da lecchino inginocchiato, difficile distinguerti da loro… Non ti vorrei a lavorare nella mia banda neppure gratis.

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.

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