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Censure e insulti, colpevoli, povere vittime e vecchi tromboni. Quando la cronaca rovescia la realtà

Ora i giocatori ludopatici sono povere vittime che fanno "errori ingenui" e il cattivone è Corona. Come si permette di fare indagini? Chi gli ha dato il permesso? Aldo Grasso sicuramente no

Censure e insulti, colpevoli, povere vittime e vecchi tromboni. Quando la cronaca rovescia la realtà. In 40 anni di giornalismo ne ho viste tante. Ma questa le supera tutte: “Sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me i giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più”. Parole e musica di Nicolò Fagioli. Quel Nicolò Fagioli che ieri ha patteggiato un anno (UN ANNO) di squalifica di cui 7 mesi fuori dal campo e 5 a parlare in giro di ludopatia (di cui è un esperto). Cioè… fatemi capire.

“Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto”. Vi prego, help… questo sono anni che gioca, perde, gli volevano spezzare le gambe, ha chiesto prestiti ai colleghi e ha fatto un errore ingenuo??? Se ne faceva uno tragico cosa combinava? Faceva esplodere lo stadio con la gente dentro??? Ma ce l’abbiamo il senso del ridicolo?

Questo ragazzino in mutande da calciatore che scommetteva anche su sua madre si lamenta? E di cosa? Uno che si è giocato un milione (circa seicentoventicinque volte quello che guadagna un operaio ben pagato in fabbrica) in scommesse illegali piagnucola perchè dicono su di lui mille falsità? Beh, c’è da ringraziare l’ipocrita Spalletti, i vecchi tromboni, gli Aldi Grassi e le Selvagge Lucarelli della situazione che li difendono e sparano a zero su Fabrizio Corona e su Dillinger.

E vuoi mettere le inchiestone di Open (inutili ma lecite… meglio chi fa inchieste che chi non le fa) che è andato a spulciare nel passato di Andrea Bertrò, il nostro editore, rilevando che ” è citato in alcuni atti giudiziari che riguardano le infiltrazioni nel settore petrolifero. Ma lui non è mai stato indagato”. Due pesi e due misure. Se noi facciamo qualche nome di non indagato siamo dei delinquenti.

E questo ci porta a spiegare una volta per tutte la posizione di Dillinger su Zalenski: NESSUNO, né il sottoscritto, né alcun giornalista del giornale, ha scritto che è indagato. Nessuno ha detto che è colpevole, nessuno ha scritto che scommette sulle nostre pagine. Abbiamo detto che lui è il quarto nome della lista del nostro informatore e che, a quanto scrivono altri siti (Gazzetta dello sport su tutti), è presente nelle chat di scommesse clandestine. E per me, che questo mestiere dannato lo faccio da 40 anni, è una notizia. Poi magari mi sbaglio. Ma perché l’hanno ripresa tutti dicendo le stesse cose? “è Il quarto nome della lista”: è colpevole? sta ad altri dirlo! è innocente? bene per lui. Non siamo giudici, non siamo inquirenti. Diamo notizie. Il quarto nome è il suo. Punto.

E poi ecco il Domani, che ha ricostruito la macchina che gestisce gli introiti pubblicitari di Dillinger Srl, utilizzando i documenti societari e alcune fonti coperte: me cojoni, le fonti coperte! Ma se è tutto pubblico e alla luce del sole… Davano una telefonata e glielo dicevamo noi. Il nome dell’editore, per chi non lo sapesse, è pubblico: viene depositato in tribunale con firma e controfirma. Vai là, chiedi, e PER LEGGE, ti dicono tutto. E poi basta leggere il colophon del nostro giornale online dove è tutto indicato senza censure. Faticaccia, eh, quest’inchiesta…

Dopo non aver trovato niente di strano si riesce a scrivere che Betrò sarebbe citato – citato, avete letto bene, neppure indagato, neppure sospettato, citato. Cosa più che logica visto che è un commercialista e tiene i conti di centinaia di società – anche in una segnalazione di Bankitalia. Riconducibile a un imprenditore condannato in passato per violenza sessuale. Quindi, in sintesi, uno dei suoi mille clienti in passato sarebbe stato condannato per violenza sessuale. Brutta storia, schifosa… ma che c’entra Dillinger?

Insomma. Noi apriamo il tombino e tutti dentro a rimestare nella melma. Sui calciatori ludopatici? Noooo, poveri ninin, quelli sono vittime di Corona, sono ragazzi fragili condannati a scommettere milioni da uno stato di malattia. Milioni, mentre il pane è a 3,70 euro al chilo al supermercato. E quello cattivo e brutto è Fabrizio che li ha smascherati! Lo ha fatto per due likes (come se ne avesse bisogno). Poverini, mi fanno una pena infinita. Hanno sbagliato? Noooo, indagano su di noi, sparano a zero su Dillinger e sulla nostra inchiesta. Il tombino doveva restare chiuso, anzi sigillato. Perché il povero Fagioli ora legge le brutte cose (che ha fatto) sui giornali. E ci resta male… povera vittima.

E veniamo alla tv. Sono le trasmissioni a invitare Fabrizio Corona. Perché? Perché fa audience! Specifichiamo una cosa. Fabrizio è un personaggio pubblico. Ha la sua totale autonomia e la usa come gli pare. Dillingernews è una testata giornalista. Noi non andiamo in tv. Ma la guardiamo. E ieri Fabrizio era andato ad Avanti Popolo con molto di più di quello che è stato mostrato. Perché non è uscito tutto? Perché alla Rai avevano paura di pestare piedi importanti? O perché, quello della De Girolamo è un programma di infotainement e non di cronaca… Cioè un posto dove si fa spettacolo con la cronaca. E bisogna tenersi lontano dai guai. Personalmente, fossi stato con Fabrizio, me ne sarei andato. Lui ha fatto scelte diverse. Resta la censura… che è sempre una brutta cosa…

E chiudiamo con i vecchi tromboni, quelli che pontificano dalla comoda poltrona delle loro ben pagate rubriche fisse credendosi probabilmente dei semidei del giornalismo: “Non si sa se sia più cialtrone Fabrizio Corona o chi lo ospita in tv”, spara Aldo Grasso, il re dei critici tv. “Tutta una cialtronata. Non tocca a lui fare indagini…”. Ma certo, sire… Aspettiamo le vostre, di indagini. Che, tranquillo, facciamo in tempo a morire… Un conto è sparare a zero su tutto e tutti, un altro alzarsi dalla scrivania e provare raccontare la realtà.

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.