Benzema e Atal accusati di apologia al terrorismo e legami pericolosi. Una clamorosa notizia proveniente dalla Francia che non ci aspettavamo, soprattutto in questo momento calcistico così delicato. Il Ministro degli interni francese Gérard Darmanin ha accusato Karim Benzema – attualmente attaccante dell’Al-Ittihād – di avere dei legami con un’organizzazione terrorista Musulmana. Uno scandalo che ha fatto parlare anche politici come Valérie Boyer, senatrice originaria di Bruges, la quale invoca di revocare il riconoscimento a Pallone d’Oro 2022, facendo anche decadere la nazionalità all’ex giocatore del Real Madrid. Nel Frattempo Benzema ha dichiarato di essere pronto a sporgere una querela nei confronti di Darmanin.
Anche per Atal la medesima accusa
Due giorni fa la procura francese ha aperto un’inchiesta contro Youcef Atal accusandolo di apologia al terrorismo. Il terzino algerino del Nizza, un giocatore di alto livello della Ligue 1, ha espresso sui social il suo pensiero riguardo quanto sta accadendo nel conflitto in Israele. L’accusa sarebbe partita in seguito alla condivisione di un post, ormai cancellato, dove esponeva contenuti pro-Palestina e contro Israele. Futili le scuse successive alla pubblicazione del video da parte di Atal, che ha pagato con una moneta carissima: la carriera.
Il prezzo da pagare: la sospensione
Il calciatore è stato convocato d’urgenza nella sede del Nizza, che attraverso un comunicato speciale ha spiegato la gravità di quanto accaduto. L’OGC Nice comprende benissimo il pentimento dell’atleta, dimostrato anche dalla rapida rimozione della pubblicazione e dalle scuse rivolte a tutti gli offesi. Ma questo non è stato sufficiente per il club che ha deciso di adottare provvedimenti disciplinari immediati contro il giocatore, sospendendolo fino a nuovo avviso. Il motivo riguarda naturalmente la reputazione che la società s’impegna a mantenere alta e in linea con i valori promossi dall’istituzione stessa: la pace deve prevalere su ogni altra considerazione.
Uno sport che guarda l’abisso
Si sta vivendo in un periodo storico in cui nel calcio ormai si parla di tutto meno che del pallone. Ma dove andrà a finire il valore di questo straordinario e prestigioso sport? Dove sono finiti i professionisti il cui scopo era solo quello di regalarci emozioni? Sono loro gli stessi che cantano a squarciagola l’inno della propria nazionalità perché credono nei propri valori? O forse davvero il calcio è diventato solo una macchina di soldi e successo?