Guarda un po’ chi si rivede! Mario Balotelli, un personaggio tra quelli più divisivi del calcio più recente, dotato di indubbio talento. Che però non è riuscito mai ad esprimere pienamente le sue qualità, complice un carattere difficile da gestire. Tra contrasti da spogliatoio coi compagni, risse sfiorate con allenatori ed eccessi nella vita privata. Il giocatore, assente dalla Nazionale da ormai 5 anni, non molla e si candida ancora per la maglia dell’Italia guidata dal nuovo Ct Spalletti. Dichiarando in maniera come al solito gauscona, che tanto piace ad un certo tipo di tifoseria: “A livello di qualità non c’è uno come me. So che nessuno può fare la differenza più di me, anche entrando nell’ultimo quarto d’ora”.
Benissimo in Turchia, malissimo in Svizzera
Riuscirà a 33 anni a ripartire per l’ennesima volta, dopo essere tornato a giocare tra le fila dell‘Adana Demirspor, la squadra del massimo campionato turco, la Süper Lig. Dove, peraltro, si era distinto due stagioni fa, segnando ben 18 gol in 33 presenze. Dopo una stagione fallimentare in Svizzera al Sion, retrocesso tra mille polemiche che, guarda caso, lo hanno investito in prima persona. Chissà che nel campionato turco, in un ambiente a lui familiare, riesca nuovamente a tornare “SuperMario”..
Una ferita sempre aperta: la Nazionale italiana
Balotelli, quando si tratta della Nazionale, è un fiume in piena: “Ci sono stati momenti in cui ho odiato alcune persone che lavoravano nella Nazionale. A dire il vero, non guardo le partite dell’Italia, sto troppo male perché vorrei giocarle io. A Mancini è vero che devo tanto, e penso che anche lui debba tanto a me, ma la sofferenza più grande è stata Italia-Macedonia (il fatidico match che ci ha escluso dagli ultimi Mondiali, ndr). Non l’ho vista perché mi faceva male, ho acceso quando aveva segnato la Macedonia, perché non potevo crederci. Non penso di aver recuperato ancora da questo dispiacere. Con la Nazionale divento un altro giocatore”.
Spirito indomito, testa dura
Con la maglia della Nazionale il giocatore ha segnato 14 gol in 36 presenze, giocando l’ultima volta il 7 settembre del 2018, contro la Polonia. Da allora solo una convocazione da parte di Mancini in uno stage a gennaio dell’anno scorso, poi il suo telefono non ha più squillato. “Mi sono preso la responsabilità del fatto che la Nazionale non sia andata ai Mondiali anche senza andarci, e solo perché alcuni senatori non hanno avuto il coraggio di metterci la faccia. Dopo i giorni dello stage avevo parlato con Mancini, e mi dissero che era quasi sicura la mia convocazione. Dopo non avermi convocato, non hanno risposto più al telefono, e non mi hanno mai spiegato perché”.
Non fu un’iniziativa del “Mancio”
L’attaccante – che ha giocato sia nell’Inter che nella sua rivale di sempre, il Milan – è convinto che la sua esclusione non sia stata decisa da Mancini: “Lui mi ha sempre voluto bene, ma quando entri da allenatore della Nazionale si fa quasi fatica a scegliere, perché magari alcuni giocatori non vogliono Balotelli. La non convocazione non è stata una scelta sua, sono sicuro al 100%. Qualcuno nei piani alti, o nella stessa Nazionale, non mi voleva più, ma non Mancini”.
Spalletti… ci sei?
A 33 anni ci crede ancora, non accantonando il desiderio di tornare in Azzurro: “A livello di qualità non c’è uno come me, io non mollerò mai per la Nazionale. Dopo la Macedonia avevo detto di non volerci andare più, ma era un momento di tristezza. Poi, ragionandoci bene, so che in realtà non chiuderei mai la porta. Se dovessi giocare con la Nazionale, andrebbe bene anche non essere titolare, ma so che nessuno può fare la differenza più di me, anche entrando nell’ultimo quarto d’ora. Spalletti è l’allenatore più idoneo, anche se non ha molto tempo per trasmettere le sue idee alla squadra. A 16 anni potevo andare a giocare con il Ghana, ma ho aspettato di compiere 18 anni per l’azzurro. Quando dicono che parlo ma non faccio fatti, sbagliano assolutamente di grosso. Non ho fatto molti più errori di tanti altri, non capisco come sia arrivata questa brutta etichetta su di me”.