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Stufo di fare l’influencer in prima persona? Vendi l’anima al diavolo e fai lavorare il tuo clone!

Il suo nome è Coco, eppure ha il volto della tiktoker ed influencer Charlie D’Amelio. Parla, gesticola, sorride come lei. E’ una delle 28 incarnazioni degli assistenti virtuali di Meta che usano l’intelligenza artificiale per interagire con il pubblico. Non è la sola. Anche personaggi famosissimi come Dwyane Wade, Kendall Jenner, MrBeast, Snoop Dogg e Paris Hilton hanno venduto la loro immagine all’azienda

Cosa sborsa Zuckerberg

Meta ha pagato la bellezza di ben 5 milioni di euro per la produzione di sei ore di lavoro in studio. Una persona in media in 6 ore forse ne fa 50, loro ne hanno fatti 5 milioni chiacchierando di fronte ad una telecamera che scannerizzava i loro movimenti facciali. Tutto questo non è altro che il prezzo della propria immagine, della propria identità.

Reazioni visibili a conversazioni (spesso risibili)

Il Ceo dell’azienda vuole far comparire il volto di questi personaggi nelle chat che reagiranno con commenti ed espressioni: le immagini si animeranno in base alla conversazione: “Si può pensare a queste IA come a un nuovo cast con storie uniche” – ha dichiarato Meta alla presentazione del nuovo progetto – . “E dal momento che interagire con loro dovrebbe essere equiparabile a parlare con conoscenti, abbiamo parlato con icone culturali e influencer per ricreare ed incarnare al meglio queste intelligenze artificiali.

Per alcuni suggestivo, per altri rischioso

Per quanto lungo possa essere il passo tecnologico che – ancora una volta – il plurimiliardario ha fatto, sta marciando su un argomento estremamente delicato e attualmente nell’occhio del ciclone di molte polemiche. Zuckerberg ha letteralmente acquistato l’identità di queste persone, spacciando per innovativa la capacità di proporre storie totalmente immaginarie legate a personaggi famosissimi, che probabilmente nemmeno mai sapranno di aver contribuito a creare. Vuole solo illudere un pubblico ingenuo, il cui sogno è quello di parlare con le star, rischiando però che questi non si accorgano della finzione che si cela dietro a quelle conversazioni.
Hollywood è stata la prima a lanciare un campanello dall’arme, quando hanno scoperto il potenziale che l’intelligenza artificiale ha nel sostituire intere storie, intere vite, talvolta anche meglio degli umani stessi. Il timore è proprio quello di essere superati da soggetti che non sbagliano mai, che eseguono alla perfezione il comando ordinato, perdendo così la bellezza dell’imperfezione.anche solo in maniera virtualmente immaginaria.

La propria anima venduta, come novelli Mefistofele, a Faust Zuckerberg


Tutti coloro che hanno ceduto i propri gesti, la propria voce, il proprio volto, rischiano di trovarsi in situazioni scomode, in luoghi che non hanno mai visto, dire cose che non hanno mai pensato, perché sicuramente arriverà qualcuno che sfrutterà questo potenziale tecnologico per creare contenuti esclusivi. Chissà cosa accadrà quando non riusciremo più a distinguere ciò che è reale da ciò che è finto. 5 milioni di euro valgono davvero la pena per correre un rischio così grande?

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