Il Grande Fratello barcolla, Pino Insegno tracolla. E la Rai contro Mediaset va alla guerra degli spot. Come dicevano gli antichi, “ut aiunt, si Athenis Spartam clamat, non ridet”. “Se Atene piange, Sparta non ride“. E se Mediaset va a fondo con Alfonso Signorini, la Rai guarda le macerie dell’auditel lasciate dal Mercante in Fiera e non riesce proprio a godere delle altrui sfortune.
La televisione generalista non esiste più
Se il reality purificato da Piersilvio sembra non convincere più e strappa un risicato 17%, il Mercante del “raccomandato” Pino Insegno scende di nuovo sotto il 2%. Insomma. le reti generaliste sono in crisi nera: programmi brutti, noiosi e fatti male. E Giorgia, dopo lo scazzo Giancoso, è pronta a dare a Mediaset il colpo di grazia con la guerra degli spot.
Insomma, la tv per bene di Berlusconi Jr sembra aver fallito su tutta la linea. Evidentemente agli italiani piace il trash e anche i sorrisini e le mossette di Insegno, tanto voluto alla guida di un programma in prima serata, non sembrano più attrarre nessuno. I giovani guardano altrove, piattaforme di streaming, realtà aumentata, dirette telegram e instagram. E la tv affonda miseramente in un piattume destinato a non piacere a nessuno.
Sembrerà una cattiveria, ma l’esempio è ancora una volta quello di Avanti Popolo. Ma si può fare un programma di tre ore senza dire niente, avendo il terrore di scomodare questo e quello, senza mai andare a fondo nei problemi. Mezz’ora per dire quanto è brava Giorgia e come abbia fatto bene a scaricare quel peso morto di Giancoso, un’altra mezz’ora a glorificare in diretta tv il ministro Abodi. E poi Tardelli, che sarà un mito dello sport – nessuno lo nega – ma che viene santificato in diretta. Via tutto ciò che è scomodo, non in linea, sporco e cattivo.
E ora si parte alla guerra degli spot. Il governo cerca i soldi? Eccoci alla guerra degli spot. Da un lato abbassa il canone Rai, dall’altra alza la soglia del numero di pubblicità alla tv di stato. Infatti FdI sta pensando ad un innalzamento del tetto, creando un problema non da poco ai concorrenti di Mediaset.
Il ministro Urso conferma l’ipotesi che é sul tavolo della premier: “Stiamo valutando, niente favori al Biscione…”. Dopo il taglio del canone da 90 a 70 euro in bolletta inserito in legge di Bilancio su richiesta della Lega nel consiglio di amministrazione della Rai di mercoledì è emersa l’ipotesi di chiedere di aumentare la pubblicità per recuperare i fondi perduti. E adesso il governo apre a questa ipotesi.
Insomma, se Atene piange, Sparta non ride!