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Shiva e la santificazione del rapper. Quando il successo passa da casini e galera

L'iconografia del rap, tra pistole, violenza, polizia e carcere porta a elevare chi sfida la legge al rango di star. Ed è quello che sta accadendo a Shiva dopo gli spari in strada per una faida metropolitana a ritmo di hip hop

Shiva e la santificazione del rapper. Quando il successo passa da casini e galera. Fino a due giorni fa, Andrea Arrigoni in arte Shiva lo conoscevano solo gli amanti del trap e dell’hip hop. Eppure a guardare la sua discografia, il ragazzo è bello tosto: primi posti nella hit parade certificati dalla FMI, cinque album, dischi di platino. Eppure il suo nome era uno dei tanti. Almeno fino a ieri, almeno fino a quei colpi di pistola con cui ha ferito due tipi che, almeno così sembra, stavano per assalirlo nel cortile della sua casa discografia a Settimo Milanese.

Altre indagini su Shiva

Ma non è tutto: Shiva è iscritto anche nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Ascoli per un episodio di violenza avvenuto a San Benedetto del Tronto la notte del 30 agosto. Sembra che sia coinvolto in un’aggressione e che abbia colpito una persona con un coltello alla schiena. L’indagine non era stata resa pubblica per motivi di privacy, ma i recenti eventi a Milano hanno portato questi fatti alla luce. Durante una perquisizione nella sua casa discografica, la polizia ha trovato mitragliatrici softair e una pistola giocattolo. Inoltre, nella sua auto aziendale, sono stati trovati due machete.

Storie tese tra rapper

Insomma, storie da rapper. Storie tra crew rivali, sembra, tra bande di aspiranti gangsta impegnate a scimmiottare anche qui le faide che in America hanno portato alla morte di star del calibro di Tupac, Notorius BIG e decine di altri. Come se, la glorificazione nel paradiso del trap debba per forza passare dalle pistole, dal sangue e dalla prigione.

Insomma, se da una parte per Andrea Arrigoni, 24 anni, che si preparava a diventare padre, si annuncia un periodo non facile, per il suo alter ego Shiva è il momento dell’apoteosi. Tutto come da iconografia del genere: manette, sbirri, pistole. In carcere a testa alta, in attesa della fidanzata col pancione venga a trovarti. Tutte grandi occasioni per una storytelling degna di un grande rapper. Tutto perfetto, in pieno stile gangsta. Con i colleghi più famosi che già dalle prime ore hanno cominciato a scandire come un mantra il loro “Free Shiva”.

Santificazione in diretta

La difesa dei colleghi Guè Pequeno, Emis Killa, Lazza, Inoki e Geolier: il mondo dell’hip hop ha fatto sentire la sua voce e colleghi illustri di Shiva si sono schierati apertamente sui social. Emis Killa ha dichiarato: “Pur essendo neutrale in faide che non mi riguardano, non sono mai contento quando un giovane di talento finisce nelle grinfie dello Stato. Vi vedo che godete nei commenti ogni volta che legano qualcuno, infamoni. Sto genere non sarà mai vostro. Sarete per sempre dei turisti. Oltre che infami”. A questo commento si sono uniti anche Guè Pequeno (“W l’hip hop stop the violenze, free Shiva”), Lazza (“Libero”) e Geolier, che ha postato una foto assieme al rapper.

Insomma – Andrea Arrigoni rischia di passare anni in galera, di vedere nascere suo figlio da dietro le sbarre, di perdersi il periodo più bello della sua vita. Ma Shiva gode per essere protagonista di un vero sogno per qualsiasi rapper che si rispetti.

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.