Salvini cita la Fallaci e lei si rivolta nella tomba! Non tutte le citazioni letterarie ottengono l’effetto sperato. A volte ti si ritorcono contro come un boomerang. Era prevedibile che Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ripescasse qualche frase della giornalista molto popolare fra i lettori e gli elettori di centrodestra dopo il suo pamphlet anti-Islam “La Rabbia e l’Orgoglio”, pubblicato subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Il ricordo di Oriana Fallaci
Come detto in apertura, con la manifestazione di Milano del 4 novembre la Lega porterà in piazza “la difesa dei valori occidentali“. Per promuovere questo messaggio, il Carroccio ha scelto la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: “Partiremo senz’altro da un brano di Oriana Fallaci che sarà, per usare un linguaggio sindacale, la nostra piattaforma, il manifesto di quel che sosteniamo e chiediamo per la nostra società”.
Meno prevedibile che, oltre all’ondata di “like” ricevuti per il post con la frase della Fallaci, la scelta scatenasse una polemica feroce. Dopo aver ripescato una frase della giornalista molto popolare nel suo pamphlet anti-Islam “La Rabbia e l’Orgoglio”, pubblicato subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001:“Che senso ha rispettare chi non rispetta noi?”, scriveva Oriana Fallaci. Parole sante secondo Salvini. Che ne ha fatto lo slogan per la sua manifestazione.
Quanto al becero con la camicia verde
Sono stati moltissimi i lettori della Fallaci che hanno ricordato come a lei, la Lega non piacesse proprio, anzi. Almeno a leggere le parole che dedicò a quello che ai tempi era il partito di Bossi: “Quanto al becero con la camicia verde e la cravatta verde, non sa nemmeno quali siano i colori della bandiera italiana. Quello vorrebbe riportarci alle guerre fra Firenze e Siena”. Firmato Oriana Fallaci.
Insomma, la scelta di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, di citare i suoi scritti nella sua campagna politica ha scatenato un’accesa controversia. Il nipote della giornalista, Edoardo Domenico Perazzi, ha reagito con una diffida contro l’uso del nome e dell’immagine di Fallaci nella manifestazione del 4 novembre. La situazione mette in luce il delicato equilibrio tra il rispetto per il passato e la necessità di sfruttare le citazioni per scopi politici.
Il nipote minaccia querele
Il nipote ha così reagito attraverso i suoi avvocati, emettendo una diffida contro l’uso del nome e dell’immagine della giornalista nella manifestazione del 4 novembre. Nel comunicato stampa, Perazzi in qualità di erede universale di Oriana Fallaci, si oppone fermamente all’associazione della figura della giornalista con qualsiasi partito politico. Gli avvocati hanno specificato che Fallaci non avrebbe mai voluto essere associata a un partito o a un leader politico mentre era in vita.
La diffida inviata agli organizzatori della manifestazione include richieste precise: interrompere immediatamente l’uso del nome e dell’immagine di Oriana Fallaci per scopi politici, pubblicare un comunicato stampa che smentisca l’associazione della manifestazione con la giornalista e cessare le condotte illecite. In caso di mancata adesione a tali richieste, Perazzi ha minacciato di intraprendere azioni legali.