Bambini sì, bambini no… bambini gnamme, se famo du spaghi… Sembra la parafrasi di un’ipotetica canzone di Elio E Le Storie Tese. Per quanto riguarda la ristorazione, quello dell’infanzia rappresenta un tema scottante. Con un caso di cronaca americana si riaccende la polemica tra quelli che “sono solo bambini, che male fanno” e i fautori del “vado a cena per rilassarmi, non voglio essere infastidito dai capricci dei figli altrui”.
No ai bambini sotto i 10 anni, danno troppo fastidio ai commensali
Un ristorante del New Jersey, il Nettie’s House of Spaghetti, a Tinton Falls nella contea di Monmouth, con un post sulla propria pagina Facebook aveva comunicato alla clientela la decisione di escludere i bambini al di sotto dei 10 anni. Si tratta di un locale che propone cucina italiana in un ambiente art deco, di proprietà di Chris e Tania Calabrese. Lo scorso febbraio, i due hanno pubblicato un annuncio che vietava l’accesso ai bambini sotto i 10 anni, raccogliendo migliaia di commenti in poche ore.
Pareri contrapposti
Tra i messaggi meno entusiasti si leggeva: “Il vostro annuncio mi fa star male, e spero che tutti quelli che la pensano come voi boicottino il ristorante“, oppure: “Questa è una decisione miope, sarete costretti a chiudere il locale entro la fine dell’anno.” Altri clienti, invece, hanno apprezzato molto l’iniziativa, tesa ad offrire una migliore esperienza e auspicando una nuova tendenza ristorativa, accolta da un maggior numero di locali. Tutto il mondo si è ritrovato in pochissime ore a commentare la notizia, esprimendo le proprie opinioni in merito. Una polemica che si sta estendendo anche a cinema, alberghi ed altri luoghi… e non solo negli Usa.
Qualche cliente ha chiuso col ristorante
“La risposta è stata assolutamente positiva”, ha dichiarato Tania Calabrese, proprietaria dell’insegna insieme al marito Chris Calabrese. “Direi che ora la situazione si è stabilizzata e siamo impegnati tanto quanto lo eravamo prima dell’annuncio.” Sicuramente questa scelta ha portato alla perdita di qualche cliente: “Non vediamo più alcuni dei clienti che erano ormai una presenza fissa nel locale. Probabilmente non erano d’accordo con la nostra decisione ma, nonostante ciò, crediamo ancora che sia stata la mossa giusta per l’attività. Ai nostri sostenitori saremo sempre grati”.
Una politica spiegata chiaramente sul sito web
Il guadagno di Nettie’s è incredibilmente aumentato, anche perchè la presenza di tanti bambini in sala comportava numerosi coperti senza consumazione. Inoltre, da alcuni anni il ristorante ha una politica secondo cui sono vietati i passeggini. Dopo l’annuncio, Calabrese ha dichiarato di aver allontanato una famiglia con un bambino nel passeggino: “I genitori, dopo il nostro rifiuto, hanno scritto una recensione negativa. Quando i clienti effettuano una prenotazione, devono prima accettare la politica del ristorante, che è anche esposta chiaramente sul nostro sito web.”
“Una tutela per i clienti”: la tesi dei titolari
“L’ospite ha tutto il diritto di godersi la cena in totale relax, conversando e assaggiando i piatti della nostra cucina, senza interferenze. D’altra parte, non deve poter mai influire negativamente sull’esperienza del resto della clientela. I bambini correvano tra i tavoli, si arrampicavano sui divanetti… insomma, non era l’atmosfera che noi volevamo per Netties’. Dopo una serie di spiacevoli situazioni, la goccia che fatto traboccare il vaso è stata il fatto che un bambino di circa 7 anni, sdraiato su di una panca, ha preso a calci una cliente incinta davanti all’indifferenza dei suoi genitori” racconta sempre Calabrese.
Senza marmocchi il fatturato è aumentato
Sebbene la decisione di vietare l’accesso ai bambini abbia attirato molte critiche, il risultato è che i camerieri non devono più preoccuparsi di inciampare sui bambini durante il servizio in sala e, alla fine, il locale incassa anche di più. Calabrese ci tiene a specificare: “Ci saranno sempre persone con opinioni diverse dalle tue, ma l’importante è rispettare il pensiero degli altri, perché noi non diremmo mai a un altro imprenditore cosa è meglio per la sua attività”.