Home CRONACA Le Pussy Riot sono tornate in città: potere al punk contro il...

Le Pussy Riot sono tornate in città: potere al punk contro il regime. Ed arriva una nuova canzone

Due giorni fa sono rientrate nella loro Mosca le due esponenti delle Pussy Riot, Nadia Tolokonnikova e Maria Aliokhina. Scarcerate per l’amnistia approvata il 18 dicembre dalla Duma, praticamente la Camera dell’Assemblea Federale della Federazione Russa. Le due ragazze sono parite in volo da Krasnoiarsk, nella Siberia orientale, dove Nadia ha espiato la sua pena e dove Maria l’ha raggiunta dopo l’uscita dal carcere di Nizhni Novgorod. Fedeli al loro stile, hanno subito commentato l’amnistia paragonandola ad una “una trovata pubblicitaria”.

Una citazione classica nel nuovo brano

“Dall’invasione, l’esercito russo ha già ucciso più di 500 bambini”, dichiarano le Pussy Riot, “Putin è un assassino e un criminale di guerra. La propaganda di Stato russa avvelena i cuori e i cervelli delle persone con l’odio. I propagandisti di Putin non sono meno criminali di guerra dei soldati che uccidono e stuprano la popolazione civile dell’Ucraina. O dei generali che danno questi ordini”. Mentre, “le autorità russe tengono in ostaggio migliaia di bambini ucraini. I bambini vengono tenuti in sanatori dove viene insegnato loro ad amare la Russia, e se i bambini dicono che gli manca l’Ucraina o parlano ucraino, vengono picchiati.

La vergogna dei bambini rapiti

Fanciulli rapiti spesso riconosciuti come orfani e dati in adozione, anche se la maggior parte di loro ha genitori in Ucraina che stanno cercando di trovarli e restituirli. I bambini sono i più vulnerabili in questa guerra”. Il richiamo, nel titolo e nella canzone Swan Lake, al Lago di Cigni di Petr Ilic Ciajkovskij, si riferisce al fatto che spesso questo balletto veniva trasmesso dalla televisione sovietica quando “era necessario nascondere la verità”.

Il “nemico pubblico numero” uno è sempre Vladmir

Appena atterrate a Mosca le due rivoluzionarie punk hanno tenuto una conferenza stampa, rispondendo alle domande dei molti giornalisti russi e stranieri presenti. L’obiettivo principe della loro missione resta quello di cacciare Putin. “Per quanto concerne Vladimir Putin” – hanno detto – “non abbiamo cambiato posizione e vogliamo continuare a fare quello per cui siamo state mandate in prigione”. Poi hanno rivolto un appello a Mikhail Khodorkovsky, l’oligarca russo da poco rilasciato in seguito all’amnistia, esortandolo ad impegnarsi a favore della difesa dei prigionieri in Russia.

Fumo negli occhi, la beffa di una presunta libertà

Negli anni Dieci dell’attuale millennio la situazione sociale ed economica russa pareva aver raggiunto una certa stabilità, una specie di tacito assenso da parte della popolazione di fronte alla corruzione dei politici in cambio di un accesso – anche minimo – alla cultura dei consumi, fino ad allora preclusa. Diventava possibile non solo utilizzare media e merci occidentali finalmente liberi dalla clandestinità… ma addirittura possedere beni di lusso, case di proprietà e viaggiare senza problemi all’estero. Dopo il 2012, soprattutto dopo l’occupazione russa della Crimea del 2014, il fermento delle giovani generazioni si era accacquato in una generalizzata disillusione e, concretamente, in una fuga di massa dei giovani dal Paese.

L’arte del dissenso, non solo in musica

In questo scenario è cresciuta Nadežda “Nadja” Tolokonnikova, ideatrice e leader delle Pussy Riot. Ispirate dalle idee della scrittrice francese Julia Kristeva, dalla visionarietà di Niki de Saint Phalle e dal movimento delle Riot Grrrl. Loro cercano di trasporre questi elementi nella Russia di Putin, ritagliandosi uno spazio di possibilità creative al di fuori dal linguaggio pretenzioso degli ambienti artistici. A differenza degli USA e di altri Paesi europei, la tradizione di un’arte femminista del dissenso era sostanzialmente assente in Russia. Il collettivo Pussy Riot non è solo un gruppo musicale ma un progetto artistico che abbina le strategie dell’azionismo russo al linguaggio del punk. Proponendo performance illegali e ironiche che suonano come un pugno in piena faccia. Proprio come la nuova Swan Lake.

Articolo precedenteArtevita: edilizia innovativa con le costruzioni a secco
Articolo successivoArriva la miniserie tv sulle pompe funebri della famiglia Taffo. Noi, precauzionalmente, ci tocchiamo…