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Archeologia pop! Non era un oggetto per rammendare… Era un antico dildo romano!

L'oggetto in legno ritrovato nel 1992 nel forte costruito dai Romani a Vindolanda, in Inghilterra, fu catalogato come un arnese per rammendare: invece è probabile che sia un antico e raro dildo.

Archeologia pop
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Archeologia pop! Non era un oggetto per rammendare… Era un antico dildo romano! Nel cuore del forte di Vindolanda, Northumberland, al confine tra Scozia e Inghilterra, gli archeologi hanno scoperto un enigmatico reperto in legno che ha catturato l’attenzione del mondo. Originariamente catalogato come uno strumento da rammendo, questo oggetto lungo 16 cm potrebbe invece essere un antico dildo romano utilizzato a scopo sessuale.

La scoperta, avvenuta nel 1992 e esposta nel museo di Vindolanda, ha recentemente sollevato interrogativi affascinanti sulla vita intima dei Romani.

Il Ritrovamento Sensazionale

Il reperto in questione, inizialmente scambiato per un arnese per rammendare, è stato esaminato da un team di esperti della Newcastle University e dell’University College di Dublino. Questi studiosi ora avanzano l’ipotesi che l’oggetto in legno fosse, in realtà, un dildo utilizzato dai Romani a scopo sessuale, facendone così il primo sex toy mai recuperato in tutto l’Impero romano. Questa rivelazione straordinaria è stata documentata in un articolo pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Antiquity.

Ipotesi e Controversie

Gli esperti, tuttavia, hanno considerato anche altre ipotesi. Uno scenario plausibile suggerisce che l’oggetto fosse un portafortuna. I Romani, infatti, consideravano il fallo un simbolo di buona sorte, utilizzandolo in affreschi, mosaici e come manici di coltelli. Questa teoria implica che il reperto fosse stato inserito in una statua, toccata dai passanti per proteggersi dalla sfortuna. Tuttavia, la collocazione vicino a oggetti di scarpe e accessori per abiti rende questa ipotesi controversa.

Un’ulteriore spiegazione propone che l’oggetto fosse un pestello utilizzato in cucina. La forma maneggevole e le estremità lisce suggeriscono un uso ripetuto nel tempo. Indicando un possibile utilizzo per macinare ingredienti culinari o per preparare cosmetici e trattamenti medicinali.

Le Implicazioni e il Futuro della Scoperta

Rob Collins, archeologo della Newcastle University, sottolinea l’importanza di questa scoperta. «La dimensione del fallo e il fatto che sia stato scolpito nel legno solleva una serie di domande sul suo uso nell’antichità. Non possiamo essere certi della sua destinazione d’uso. Ma poiché sappiamo che gli antichi romani e greci usavano diversi tipi di strumenti sessuali, questo oggetto di Vindolanda potrebbe esserne un raro esempio».

Tuttavia, mentre questa scoperta getta nuova luce sulle pratiche sessuali dell’antica Roma, i cambiamenti climatici e le alterazioni delle falde acquifere minacciano la sopravvivenza di oggetti preziosi come questo. Il Vindolanda Trust sta facendo del suo meglio per preservare questa testimonianza straordinaria del passato per le generazioni future, affinché la storia dell’intimità umana continui a essere esplorata e compresa.

In conclusione, l’enigma del presunto dildo romano di Vindolanda rappresenta un affascinante capitolo nella storia archeologica, offrendo uno sguardo intrigante nelle pratiche sessuali dell’antica Roma e suscitando domande stimolanti sulla vita quotidiana di quei tempi lontani.

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Genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di cinema, documentari e serie TV. Ha girato La banda del Buffardello e Il manoscritto di Leonardo da Vinci, il suo primo film come sceneggiatore. Ha fatto il ghost writer per molti VIP e ha scritto racconti sotto pseudonimo. Con la Newton Compton ha pubblicato Le dieci chiavi di Leonardo e L’enigma di Leonardo.