Home CRONACA Hallelujah: Habemus Papam… che tifa carioca, amen!

Hallelujah: Habemus Papam… che tifa carioca, amen!

Papa Francesco ha risposto al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci che, in coda all’intervista andata in onda l’altro giorno, gli chiedeva chi preferisse tra i due campioni argentini Maradona e Messi. Ben conoscendo la passione di Bergoglio per il pallone, ha tentato di metterlo in difficoltà, obbligandolo ad una scelta difficilissima. E il pontefice, uomo di grande intelligenza e humor, ha risposto: «Io dirò un terzo, Pelé».

Naturalmente il Pontefice non ha parlato solo di calcio… affrontando i grandi tempi che stanno infiammando il mondo, primo fra tutte le guerre.

Anche in Vaticano si trepida per il football

Come tutti ben sappiamo, il calcio è uno sport che appassiona milioni di persone in tutto il mondo. Papa Francesco – da argentino – non fa eccezione, avendo una lunga storia personale con questo sport. Infatti da giovane è stato un appassionato giocatore di calcio. Chi l’ha visto giocare racconta del suo abile controllo di palla, precisione nel tiro e con una spiccata indole per il gioco di squadra. Uno sport che ha praticato con passione non solo come svago e divertimento ma che ha contribuito a formare il suo carattere. Insegnandoli importanti valori come il rispetto, l’impegno e la lealtà… che – a giudicare dalle cronache recenti che i lettori di Dillinger ben conoscono – hanno perso parte della loro forza ispiratrice.

Una società che dovrebbe essere inclusiva

Il calcio ha avuto un impatto significativo sul Papa, influenzando la sua visione della società e del ruolo dello sport nella promozione dei valori di inclusione e uguaglianza. Non a caso alla domanda di Chiocci, invece di citare uno dei due nomi di matrice argentina… ha salomonicamente risposto tirando in ballo Pelè.

Maradona come uomo ha fallito

Oltre ad essere stato un giocatore, Bergoglio è tuttora anche un grande tifoso, sostenendo apertamente la squadra del suo paese natale, l’Argentina. Al Tg1 della superstar Maradona ha detto «Come giocatore un grande, un grande. Ma come uomo è fallito. Poveretto è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano. È venuto a trovarmi qui il primo anno di pontificato e poi poveretto ha avuto la fine. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche della boxe».

Il suo cuore da tifoso batte per Edson Arantes do Nascimento

Sul neo pallone d’oro (per l’ennesima volta, ndr) ha detto: «Messi è correttissimo. È un signore. Ma per me di questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di cuore». Aggiungendo: «ho parlato con Pelé, una volta l’ho incontrato su un aereo quando ero a Buenos Aires, abbiamo parlato. Un uomo di una umanità così grande. I tre sono grandi. Ognuno con la sua specialità. Messi è bravo in questo momento. E Pelé era bravo».

Una leggenda che non svanisce

Pelè giganteggia su Burgnich, difesonre di Inter, Napoli e della Nazionale, durante l’epica finale di Messico 1970

Scomparso a 82 anni, di lui diede una definizione perfetta Tarcisio Burgnich, che nulla potè di fronte all’imperioso, stacco del brasiliano nella finale Italia-Brasile di Messico ’70: “Pensai: alla fine è fatto di carne e ossa come tutti noi. Mi sbagliavo…“. Parole che rendono perfettamente l’idea della grandezza di Pelé, l’immortale. Una vera divinità del calcio, icona dello sport per antonomasia. D’altronde, per essere soprannominato “O Rei”… un motivo ci sarà pur stato.

Articolo precedenteAnche Armando Izzo nei guai. Nuove indagini della Giustizia Sportiva. Si riapre il caso del Calcioscommesse
Articolo successivoCosì Giorgia vuole farsi re(gina). Mentre le famiglie non arrivano a fine mese, pensiamo al premierato!