Un altro volto storico che abbandona la Rai. Corrado Augias lascia e passa – indovinate dove? – a La7: “Corrado Augias entra a far parte della squadra di La7 nell’ambito di un accordo biennale con la Tv del Gruppo Cairo Communication“, annuncia la stessa emittente in una nota, specificando che “da lunedì 4 dicembre in prima serata, nel nuovo programma dal titolo La Torre di Babele, Augias affronterà un tema storico in relazione all’attualità e al mondo contemporaneo. Che si tratti forse della crisi nera del modello di tv di Stato?!?
Rai: quanto ci costi… ma, soprattutto… cosa ci dai?!?
Giornalista, scrittore, saggista, autore e conduttore di stile. profondo e garbato, è figlio di una Rai che sembra non esistere più, inghiottita anch’essa in logiche che, spesso e volentieri, poco o nulla hanno a che fare con la qualità. Una perdita non da poco, sottolineata da un post social sottilmente provocatorio a firma Carlo Calenda: “Che peccato. La Rai smantellata nei contenuti ma non nelle peggiori pratiche e nel costo (diretto e indiretto) per i cittadini. Il tutto per una tragica confusione tra egemonia e egomania”.
La diaspora prosegue: chi rimarrà?!?
Svariati i conduttori che negli ultimi mesi hanno lasciato “mamma” Rai, a cominciare da quella eclatante di Fabio Fazio approdato su Nove. “Non ho mai detto che ci hanno cacciato. Non ho mai usato il sostantivo ‘epurazione’. Non siamo stati in alcun modo cacciati” dalla Rai, ha affermato Fazio. Su La7 agià da qualche settimana agisce anche Massimo Gramellini che all’Adnkronos ha dichiarato: “Non c’è nessun motivo politico”. Il popolare giornalista ex Rai3 conduce il nuovo programma In altre Parole, in onda il sabato. Nuovo per modo di dire… perchè basato in grandissima parte sul format del suo precedente talk, Le Parole. Passata al “nemico” – come lo considerano in molti – Mediaset: Bianca Berlinguer. Non a caso aveva dichiarato: “Forse qualcuno si stupirà di trovarmi su questo canale e anche io sono un po’ sorpresa”, aprendo con queste parole la prima puntata di E’ sempre Cartabianca su Rete4.
Nel frattempo tremano i piani alti
A viale Mazzini c’è qualcuno che comincia a temere per il peggio? Uno potrebbe essere Giampaolo Rossi, l’uomo di pensiero che doveva capitanare l’arrembaggio alla nuova egemonia culturale della destra alla Rai. Dopo sei mesi in servizio, a funzionare gli ascolti sono solo i programmi storici del palinsesto. Le nuove intuizioni di taglio sovranista per ora restano al palo. Un prorgetto di rinnovamento annunciato con squilli di trombe che, invece, appare minato anche e soprattutto dall’interno dell’azienda, da quelli che dopo uno slancio iniziale di grande vigore stanno forse iniziando a capire che è meglio tenere le debite distanze da chi sembra ad un passo dal cadere in disgrazia.