La generazione ascendente avrà inevitabilmente il riflesso di opporsi alle abitudini di chi mette al mondo, ma quando si parla di sessualità, in che modo le norme della Generazione Z sono diverse da quelle dei loro genitori? Se a prima vista tendiamo a pensare che la generazione nata dopo il 1995 oscilli tra bulimia e astinenza sessuale, qual è la situazione reale?
Generazione porno
Immersi nell’universo del virtuale già tra gli 8 e i 12 anni, in questa fase avviene l’accesso alle prime immagini pornografiche. Dai risultati degli studi dell’indagine della Società Italiana di Andrologia (SIA)promossa per valutare i cambiamenti delle abitudini sessuali dei giovani tra i 16 e i 35 anni dopo la pandemia, emerge che la Generazione Z fa meno sesso rispetto ai suoi predecessori. Sapere cosa sia una relazione sessuale ed essere in grado di guardarla in video non porta a più sesso nella vita reale per i giovani. Risulta che l’11% dei giovani utilizzi quasi esclusivamente il mondo online per trovare partner sessuali e il 30% fa uso di chat erotiche e siti pornografici.
Sesso senza amore, amore senza sesso, o “amici del sesso”, anche se in termini assoluti, tutti sognano di combinare le due cose senza rinchiudersi in questa ricerca. L’onnipresenza dell’immagine avrebbe ulteriormente desacralizzato e disinibito l’atto sessuale, senza semplificare il rapporto sentimentale. è più facile avere una relazione sessuale senza paletti che rivelare se stessi, affermare i propri sentimenti e costruire una relazione duratura”. l’idea di rimanere sposata a tutti i costi è svanita. Lo stesso vale per l’infedeltà, che è impensabile, nulla li obbliga a stare insieme, a litigare.
Istantaneo, ma non spontaneo
Diverse trasformazioni hanno scosso i quadri sociali della sessualità. Con la contraccezione si è allontanata la necessità di procreare e, con l’indebolimento dell’istituzione del matrimonio, si è persa l’idea di una “sindacalizzazione” del rapporto a lungo termine. La generazione Z vive nell’onnipresenza dei social network. Mentre tutti dicono di non avere veri e propri tabù sulle pratiche sessuali – queste dipendono più dalla relazione e dalla sfera intima che dall’appartenenza a una determinata generazione – la questione delle modalità di seduzione si è evoluta notevolmente. Su siti dedicati, Tinder, Adopteunmec, Happn e Meetic, si pubblica il proprio CV, e inevitabilmente si tenderà a tirare fuori il lato più gratificante di sè. I social network cambiano necessariamente l’approccio, non c’è la stessa spontaneità, qualunque sia l’età dell’utente, ma è lo strumento che lo richiede. È a questo punto che le scritte e le immagini scelte vengono pesate all’estremo e corrono il rischio di essere sottoposte a interpretazione, o addirittura strumentalizzazione. Basti dire che prima di inviare sext infuocati, è necessaria una certa dose di fiducia.
Un circolo operativo che relega addirittura il “wild-dating”, cioè l’uscire sperando di incontrare qualcuno, è descritta da molti giovani come una pratica pericolosa.