L’ex premier Draghi fa previsioni funeste sull’economia europea, minata dal basso livello di disoccupazione: “E’ quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell’anno. È abbastanza chiaro che i primi due trimestri del prossimo anno lo dimostreranno”. Evviva… giusto per le feste una notizia del genere ci voleva. Vorrà dire che ci leccheremo le ferite, come abbiamo sempre fatto.
Scenari più che allarmanti
La previsione è stata espressa durante una conferenza del Financial Times, lasciando acceso un solo flebile lumicino di ottimismo: “O l’Europa agisce insieme e diventa un’unione più profonda, un’unione capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa, oltre a tutte le politiche economiche oppure temo che l’Unione Europea non sopravviverà se non come mercato unico”. Che tradotto, conoscendo gli attori in ballo, può suonare più o meno così: lasciate ogni speranza…
C’è chi, a differenza dell’UE, ha investito sulla transizione verde
Draghi ha ricevuto l’incarico dalla Commissione Europea di stilare un rapporto su come la Ue possa affrontare l’erosione della competitività altrui, soprattutto rispetto a Stati Uniti e Cina che – a differenza nostra – hanno investito molto nel sostenere la transizione verde delle loro economie. E anche su questo lui è preciso: “Dovremmo preoccuparci molto di questo. L’economia europea ha perso competitività negli ultimi 20 e più anni, rispetto non solo agli Stati Uniti ma anche al Giappone, alla Corea del Sud e, ovviamente, alla Cina”.
Innalzare la produttività! Sì… ma come?!?
L’ex primo ministro italiano ha individuato come punti deboli la bassa produttività dell’Europa, gli alti costi energetici e la mancanza di manodopera qualificata. “Per avere un’economia in grado di sostenere una società che invecchia al ritmo che abbiamo in Europa, dobbiamo avere una produttività molto più elevata”, ha affermato.
La scommessa dell’energia
“Il punto in cui dobbiamo agire insieme è l’energia. Non andremo da nessuna parte pagando l’energia due o tre volte quello che costa in altre parti del mondo”. Draghi, che ha lasciato la BCE quattro anni fa, si aspetta una contrazione della produzione nella regione nei prossimi trimestri.
Chi ha la palla di cristallo?!? Nessuno… è l’unica certezza
La valutazione di Draghi è più pessimistica rispetto alle recenti previsioni della BCE e del FMI, che prevedono entrambi un rimbalzo della crescita europea a partire dagli ultimi mesi di quest’anno. Ma allora… per noi poveri tapini europei, come facciamo a sapere chi ha ragione per prepararci al peggio?!? Dobbiamo davvero indossare le pezze al c**o per toccare con mano il nostro destino… oltre al nostro fondoschiena?!?
Forse non toccheremo il fondo
Draghi conclude che l’impatto della prevista recessione sarà però attenuato dal livello piuttosto basso della disoccupazione, leggermente aumentato a settembre dopo aver toccato il minimo storico del 6,4% all’inizio di questo 2023: “Il punto di partenza di questa recessione è piuttosto elevato: non abbiamo mai avuto una disoccupazione così bassa”, ha affermato. “Quindi potremmo avere una recessione, ma forse non sarà destabilizzante”. Quindi, ricapitolando: per l’UE scenari cupi… ma non tanto destabilizzanti. Cos’è? Una supercazzola?!? Che cosa vuol dire “forse”?!?