L’ultima trovata pubblicitaria per la nuova campagna del marchio francese Jacquemus è ancora una volta il corpo nudo della modella Kendall Jenner in versione albero di natale. Che fantasia, eh?!? Ma che novità… verrebe da dire, considerato che Simon Porte Jacquemus ha inserito la nudità praticamente ovunque nelle sue campagne. Molto discussa, come questa del resto, fu infatti la scelta di utilizzare sempre la stessa modella dagli occhi vacui, per una campagna della stagione 2021 che ritraeva Kendall, sempre nuda, appesa a un filo verde e con addosso solo sandali, calze e una borsa di pelle rosa.
Social network al potere
L’enfant prodige francese, Simon Portre Jacquemus, ha fondato il suo marchio nel 2009 riscuotendo in pochissimo un successo internazionale.
Ma come ha fatto? Semplice… ha compreso e sfruttato il potere dei social network in quegli anni di espansione e-commerce e dei social media in cui è stato possibile per molti garantirsi delle posizioni dominanti che ostacolano la minaccia di nuovi entranti. Per la serie… Chi prima arriva meglio alloggia! Negli stessi anni sono riuscite ad emergere anche delle vere posizioni di monopolio on-line. Noto, infatti, il caso-studio di Amazon che viene analizzato oggi nei dipartimenti di marketing come uno dei primi casi di abuso di posizione dominante. Quello che ha portato la disciplina antitrust ad assumere sempre più importanza nel panorama economico odierno. La stessa regola vale per molte casistiche di inspiegabili successi (brand, influencer) come il caso americano dell’intero albero genealogico delle kardashian emulato in versione europeista dalla nostra Chiara Ferragni nazionale.
Un Natale da… lato B
Evidente ormai il fatto che dietro a queste campagne di moda (o di estetica del nulla), ci sia solo lo sfruttamento dei numeri di followers come dimostra la scelta reiterara per questa campagna di “pornografia intellettuale “ che vede il lato B di Kendall Jenner (modella da 294 Milioni di followers ) addobbato da luci di natale. Uno scatto d’autore che mortifica il significato della festa, strumentalizzando in un colpo solo non solo un corpo e un’anima (sempre che Kendall ne sia dotata…) ma anche la spiritualità di questa ricorrenza. Il Natale rappresenta la festa affettiva della famiglia dei bambini e non andrebbe dissacrata per fine consumistici e pornografici . Ma non esiste il “politically correct “ per rifuggire gli iconoclastici?
Con la tipica inespressività che la contraddistingue, Kendall Jenner è l’esemplare perfetto del feticcio moderno dell’era dei social. In un click riesce a codificare a pieno titolo l’estasi maniacale del nulla esistenziale. E se prima erano le case di moda a rendere popolari le modelle ora è direttamente l’inverso opposto. Non è più la creatività, lo stile e l’eleganza di un prodotto a renderlo desiderabile ai nostri occhi né tantomeno la naturale bellezza, sensualità e personalità di una modella a renderla un icona per tutte quelle ragazzine che cercano una “sorella” maggiore a cui ispirarsi. Quelle ragazzine spaesate, in cerca di una guida femminile che le possa indicare una via oltre al consumismo e alle scienze edonistiche che popolano il web.
Chanel e la fiera delle vanità
Queste ragazzine vengono incarnate perfettamente nell’immagine social di Chanel Totti, che ci mostra anche lei di essere vittima solo di una fuorviante realtà che riduce il senso della vita all’obiettivo di accumulare sempre più oggetti di vanità. Di recente la figlia di Ilary Blasi e Francesco Totti si è impacchettata in tuta dark con borsa ovviamente Chanel noleggiando una supercar Audi R8 5.2 V10 RWD dal valore di 168mila euro solo per festeggiare il suo fidanzato Cristian Babalus.
Chanel Totti (16 anni), a giudicare dal suo profilo sembrerebbe aver bruciato leggermente le tappe della vita. Infatti osservando i post che la ritraggono è evidente che sfoggia un aria molto più adulta (che non è sinonimo di maturità ) dell’età anagrafica che in realtà possiede. La figlia di Francesco Totti e Ilary Blasi dimostra di essere l’emblema perfetto di un tratto tipico della generazione Z: il “ il tutto e subito”. Un tratto derivato dal flusso di crescita esponenziale della tecnologia di questi anni. Una crescita esponenziale che si è riflessa anche sulla velocità esperienziale di molti giovani che come risultato hanno perso il gusto dell’attesa perché questo fenomeno ha provocato la riduzione delle tempistiche minime che dovrebbero intercorrere tra un desiderio e il soddisfacimento del desiderio stesso.
Monica De Luigi