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Moana Pozzi: parla sua madre. Misteri e drammi per la Marylin italiana in versione a luci rosse

Cuore di mamma, Rosanna Alloisio – la mamma di Moana Pozzi – ha recentemente rilasciato una lunga intervista nella quale ha ripercorso alcuni momenti fra i più dolorosi della sua vita. Il rapporto con Craxi, la malattia che in sette mesi la divorò, il lavoro con Schicchi. Svelando che al cimitero dove è sepolta la pornostar, le sue ceneri sono state prelevate e spostate. In un luogo che la signora Alloisio mantiene segreto. Per preservare almeno l’ultimo ricordo di sua figlia. Una donna con una tristezza di fondo con la quale è naturale fare un parallelismo con un’altra icona della seduzione al femminile: Marilyn Monroe. tetendo conto delle debite differenze ma riscontrado in entrambe quella sottile vena malinconica.

Maledetto il giorno che incontrò Riccardo Schicchi: finirai nel baratro

Da genitore il suo monito era sempre chiaro e preciso: “Non spogliarti, non li fare quei brutti film. Dio sa se ci ho provato a convincerla, non c’è stato santo”. E Moana rispondeva: “Mammina, non ti arrabbiare, tanto lo so che mi vuoi bene lo stesso. In fondo non piacciono nemmeno a me”. Il porno era naturalmente un motivo di forte scontro fra le due donne: “Come sei antica mamma. Anche le statue sono nude. Metteresti il reggiseno pure a Paolina Bonaparte”. L’argomento era naturalmente un tema di forti contrasti fra di loro, che però si appianavano sempre: “Non devo perdonarla di niente, quello spetta solo a nostro Signore”. 

Moana, così diversa da come ci si immagina una pornodiva

La casalinga piemontese Rosanna Alloisio ha 82 anni, madre di Moana Pozzi, morta a Lione nel 1994, a 33 anni. Per chi ha avuto l’occasione di conoscerla di persona nel privato, Moana appariva una donna completamente diversa da quella dei set porno. Amante degli animali e della natura, appassionata lettrice di autori classici ed amante della musica (suonava la chitarra e cantava). Temperamento sportivo, giocava a tennis e praticava immersioni subacquee con tanto di brevetto preso sul mar Rosso con i militari americani. Faceva immersioni anche nelle acque scure del lago di Bracciano, non aveva paura di niente.

Niente droghe né alcol

Lontana da droghe e alcol, ha avuto un’adolescenza senza traumi e bizzarrie. Una ragazza fuori dal comune e, se si vuole, una sorta di enigma. Anni fa è uscito un libro (curato dal sottoscritto), Casta Diva, che attraverso numerose testimonianze (Achille Bonito Oliva, Siusy Blady, Eva Robin’s, Tinto Brass, Roberto D’Agostino e altri), cercava di tracciare un ritratto a più voci di Moana, soprattutto dal punto di vista umano. Impreziosito dalle fotografia di Gianfranco Salis, tutte le celebrities interpellate ne riconsegnavano un ricordo caratterizzato dalla grandissima umanità.

Una apparente contraddittoria religiosità

Poi qualcuno si accorse di lei (difficile non farlo, per altezza e forme prosperose) e, nonostante il veto della madre – il padre era sempre assente per lavoro – Moana cedette alle lusinghe del cinema. Cominciando prima a posare come modella per i pittori, poi qualche particina in film secondari ed anche in televisione. Poi l’incontro con Riccardo Schicchi e l’ingresso, attraverso lui, nel mondo della pornografia. Mantenendo la sua testardaggine, anche contro il parere di tutti… e pure una sua forma di religiosità. Devota di Papa Giovanni XXIII, custodiva nella sua patente una sua immagine. In camera da letto due quadri della Via Crucis, Il Cristo deriso e Ecce homo.

Le sue frequentazioni con Bettino Craxi

La madre è sicura: non erano solo amici. Alla signora Rosanna il leader socialista non piaceva, lo considerava un vecchiaccio. Ma Moana anche in questo dimostrava tutta la sua volitività: “È intelligente, gentile, si prende cura di me”. Forse in lui cercava la figura paterna che non aveva mai avuto. Poi il matrimonio con Antonio Di Ciesco a Las Vegas, poco più che un gioco.

Maledetta malattia


Con dolore l’anziana donna rievoca: «Era quasi Pasqua. Moana tornò a casa. Mi chiedeva sempre di prepararle i ravioli di carne e la cima alla genovese in brodo. Quella volta però non toccò cibo. Aveva gli occhi un po’ gialli. I dottori dicevano che era un’epatite mal curata. La convinsi a fare qualche accertamento a Lione con un medico nostro amico. Le trovarono il tumore al fegato. Però era fiduciosa, voleva vivere. In sette mesi se n’è andata”. Prosegue: L’ho sognata soltanto una volta. Vestita di bianco, con una borsetta d’argento, scalza. “Sei senza scarpe”. “Dove sto andando non servono, è un bel posto, si sta bene”. E mi ha sorriso».

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