Fabio Volo – poverino – è un vero incompreso della letteratura italiana. E’ appena tornato con la sua ultima “fatica” (per modo di dire…) Tutto è qui per te, edito da Mondadori. Intervistato dal Corsera, lo scrittore e speaker radiofonico di Radio Deejay è al suo tredicesimo libro, con ben nove milioni di copie vendute. Traducibile in 9 milioni – mica poco – di italiani che si sciroppano beate le sue ovvietà mielose da pseudo-filosofo di ‘noantri. Chiaramente, anche se osannato da un certo segmento di pubblico, il suo successo non fa breccia fra i critici.
Si sente osteggiato
Probabilmente si sarà convinto che molti giornalisti e gli “intellettuali” (merce rara al giorno d’oggi, sempre di più in questo Paese miope e provinciale) in qualche modo lo odino. Altrimenti non farebbe dichiarazioni del tipo: «In Italia le categorie vivono negli acquari, con le loro dinamiche. Io ci sono finito dentro scrivendo libri e tutti i pesci hanno cominciato a dire: “Ragazzi, questo non è del nostro acquario, dura poco». Si sono sentiti minacciati. Ma non sono entrato dicendo: “Ho venduto 9 milioni di libri in 25 Paesi, sono il più bravo di tutti”. Sono sempre stato io quello a non prendersi sul serio. Comunque non sono le persone a cui voglio piacere».
Con le mani sempre in pasta
Di cosa ti lamenti Fabio?!? Se non vuoi piacere a quel mondo che ti osteggia che problema c’è? Hai venduto 9 milioni di libri, prosegui a sfornarli… che vuoi di più?!? A proposito di sfornare… il buon Fabietto dichiara di voler riaprirà la panetteria di famiglia, situata nel centro di Brescia, la sua città natia. Lo dice in coda all’intervista al Corriere, nella quale più volte ha fatto riferimento alla città di origine, parlando di ricordi e amicizie decennali. Alla domanda «Ha un sogno?» la risposta di Volo (di cognome vero fa Bonetti) punta subito sulla forneria di famiglia. «Mi piace la vita che faccio, ma ora torno alle origini». Quindi lo vedremo letteralmente con le mani in pasta, intento a preparare pagnotte, modenesi, baguette e sfilatini?