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L’AI è in grado di fare tutto… pure di rispondere a Massimo Troisi e Lello Arena!

Molti fra voi si ricorderanno di quell’esilarante dialogo fra Massimo Troisi e Lello Arena nel film Scusate il ritardo del 1983. Uno scambio di battute fortemente ironico, caratterizzato da una domanda retorica e con precise implicazioni politiche. In tempi di intelligenza artificiale – che farà sicuramente frullare nella tomba l’indimenticabile Massimo, scomparso nel 1994 – come risponde una “macchina pensante” al quesito di Vincenzo e Tonino su leone, pecora e orsacchiotto? Ve lo raccontiamo…

Saggezza partenopea

«Tonì, che ne saccio io della pecora o ‘ddo lione… fa cinquanta giorni da orsacchiotto, almeno stai mmiez’, nun faje ‘a figura ‘e mmerd ra pecora e nemmeno ‘o leone ca però campa nu juorno…». Per chi non conosce il dialetto napoletano vi spieghiamo il contesto. Tonino (Troisi) è stato lasciato dalla fidanzata, soffre e vuole (almeno lui sostiene questo insano impulso) uccidersi per amore, immolandosi in un «giorno da leone». Vincenzo (Arena) infastidito perché la loro conversazione si sta svolgendo sotto una pioggia torrenziale, non rinuncia alla battuta ironica e tagliente sull’orsacchiotto, facendo incollerire il povero Massimo, avviluppato nelle sue pene d’amore.

Un motto della cultura del ventennio

La parodia in salsa napoletana sulla frase «Meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora» non è roba da poco. Come spesso è accaduto nei lavori di Troisi la si può interpretare anche in chiave “politica”. Perchè, va ricordato, è un motto attribuito alla cultura del fascismo, in particolare a Benito Mussolini… che se ne appropriò, anche se non era stata da lui coniata. Quattro anni dopo sempre Troisi, nel film Le vie del Signore sono finite ironizzò su Mussolini replicando al famoso discorso sulla puntualità dei treni: “Da quando c’è lui… treni in orario, e tutto in ordine! Per fare arrivare i treni in orario, però se vogliamo mica c’era bisogno di farlo capo del governo. Bastava farlo capostazione…”.

La risposta di ChatGPT

Con un gran salto temporale atterriamo nel presente. Con l’intelligenza artificiale, “presenza” sempre più invasiva nelle nostre vite (che ansia…), alla domanda se sia meglio vivere un giorno da leone, 100 da pecora o 50 da orsacchiotto è possibile ottenere una risposta non ironica ma dotata di un senso logico e non demagogico. Ci pensa ChatGPT di OpenAI, replicando con molta serietà al quesito. Il “prompt” è «Secondo te, come regola generale di vita, è meglio un giorno da leone, 100 da pecora o 50 da orsacchiotto?». La risposta è salomonica, moderata, logica, priva di poesia e ironia. in perfetto stile AI.

L’aplomb artificiale che genera una risposta

Nel contesto della vita di tutti i giorni, una regola generale potrebbe essere quella di bilanciare tra i diversi approcci.Un “giorno da leone” può portare energia e motivazione, ma potrebbe essere faticoso mantenere tale intensità a lungo termine. D’altra parte, la costanza e la pazienza associate a un “giorno da orsacchiotto” potrebbero portare stabilità, ma potrebbe mancare l’entusiasmo.La chiave potrebbe essere trovare un equilibrio tra i tre approcci, adattandoli alle diverse situazioni della vita. L’importante è essere consapevoli delle proprie esigenze e adottare l’approccio che meglio si adatta al contesto e al momento specifico. La flessibilità e l’adattabilità sono spesso importanti per affrontare le sfide della vita. Chissà che ne penserebbe il buon Massimo…

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