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Checco Zalone è il nuovo “Re degli ignoranti”

Celentano cantava di una carezza in un pungo. Zalone il pugno te lo tira in faccio e quasi sempre va a segno. Se dovessimo condensare lo show Amore+IVA, andato in onda ieri sera su Canale 5, basterebbe questo: doppi sensi da avanspettacolo post-bellico, maschilismo e volgarità diffuse. Queste appaiono le “armi” della sua comicità che riflettono la cultura diffusa dello spettatore medio, sprofondato sul salotto di casa davanti alla tv. I temi affrontati sono attuali e scottanti, la forza di Checco risiede nella satira politicamente scorretta, nell’ironia rancida che ti fa quasi vergognare di riderci sopra.

Lo specchio della nostra attuale società

Tutto al servizio di una messa in scena di paradossi e contraddizioni della società contemporanea, cavalcando al galoppo i luoghi comuni nei quali viviamo tutti quotidianamente. Una sorta di paladino del conservatorismo che, alla fin fine, risulta essere un “cavallo di Troia” per mettere a nudo il perbenismo di facciata in cui siamo immersi fino al collo.

La galleria dei personaggi

Sfilano tutti i suoi personaggi, dal Maestro Muti ad una versione da pensionato salutista di Vasco Rossi e un Putin dall’apparato riproduttivo minuscolo, che il comico pugliese individua come il motivo scatenante il conflitto in Ucraina. Coppie gay, relazioni arcobaleno, ricconi e puttane… tutto in un frullato di 2 ore. Come nella gag della signora borghese che vuole adottare una bimba ucraina, peccato che siano andate a ruba e sono rimaste solo le siriane «che però si intonano male con il parquet scuro». Cercando bene ne salta fuori una nuova nuova: «Ma non si può chiamare Maria, a Bari fa poco profugo» finché non viene il momento di sbarazzarsene, «perché non vedo più l’orrore della guerra nei tuoi occhi». Risate a denti stretti… anzi, strettissimi!

Ci sono anche le canzoni-parodia

Accompagnato da quattro musicisti e due performers, lo showpresenta anche alcune canzoni, forse il momento più debole e scontato. Il tempo delle mele si trasforma ne Il tempo delle Meloni, mentre Vincenzina e la fabbrica di Jannacci si attualizza in Vincenzina davanti allo smartphone, modellata sull’influencer che «si può guadagnare la pagnotta solo se fa la mignotta». E poi i classici: Angela, Uomini sessuali, Samba Del Culu Piatto. Dopo i titoli di coda il concetto che rimane più in mente è che, quando c’è il tradimento «il maschio è passionale, ma la donna è zoccola. Un concetto che è lo specchio del nostro Paese… purtroppo.

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