Questo 2023 è assolutamente il suo anno. L’anno dei trofei, l’anno delle prime volte, come aveva fatto vedere già contro Medvedev. Soprattutto è l’anno del primo successo contro il numero del mondo. Ieri al PalaAlpitour di Torino è andata in scena una maratona di oltre tre ore chiusasi al termine di 3 set, di cui due andati al tie break (7-5, 6-7, 7-6). Jannik Sinner è ad un passo dalla qualificazione e si giocherà tutto nella sfida contro Rune di domani.
In lista per il tetto del mondo
Per uno che di tennis se ne intende (Adriano Panatta…) è proprio lui l’erede di Djokovic. E le possibilità che possa arrivare in fondo al torneo cominciano a crescere. Il nostro atleta ha offerto una prestazione superba, sia dal punto di vista sportivo che umano. Non ha mai lasciato scappare via il suo avversario, nemmeno quando era in vantaggio. Sempre concentrato, determinato… ha offerto un’interpretazione sportiva che fa onore al mondo della racchetta e non solo. Ragazzo serio, mai sopra le righe – a differenza del suo avversario – è stato ripagato con un’affermazione meritatissima. Un esempio positivo in un mondo dove l’etica sembra essere merce rarissima.
I giochini psicologici di Djokovic non hanno funzionato
Djokovic ha provato in tutti i modi a destabilizzarlo, sorpattutto con i suoi giochini mentali per i quali va famoso. Che stavolta sono andati clamorosamente a vuoto. Spesso proprio sotto gli occhi del giocatore altoatesino, il serbo ha iniziato a lamentarsi platealmente durante i suoi turni in risposta, recriminando per dei “let” non segnalati. A suo dire dunque il rumore della pallina che sfiorava la rete è stato plateale, le battute efficaci del suo avversario sarebbero dovute essere ripetute, sfogandosi platealmente della cosa. Sinner, con grande freddezza, non è “caduto nella trappola”, rimanendo ad osservare in silenzio.
Che serata!
Dopo aver perso il primo set, il campione serbo ha iniziato ad accelerare le procedure per il servizio facendosi dare velocemente le palline dai raccattapalle, invitati a sbrigarsi. Ricorrendo anche al fisioterapista per un problema muscolare alla base del collo. E poi, per chiudere, non potevano mancare anche i siparietti con il pubblico cche stipava il palasport. I suoi ultras cuneesi – i Carota Boys – sono apparsi meno rumorosi del solito, visto che in campo c’era il beniamino di casa. Ha vinto Sinner, ha vinto lo sport sano e in quest’ottica hanno vinto tutti quelli che credono ancora nel “bel gioco”. Soldi (tanti… e non guadagnati con le scommesse), successo… ma sempre raggiunto con sacrificio e dedizione.
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