L’antitrust, Garante della Concorrenza e del Mercato, ha avvisto un’istruttoria nei confronti di Meta, società proprietaria di Instagram, Facebook e Whatsapp, e di Asia Valente, “nota” influencer della piattaforma.
L’accusa a Instagram
L’accusa nei confronti del social media sarebbe quella di aver omesso di adottare misure per impedire la pubblicazione di messaggi ingannevoli.
L’influencer sul suo profilo ig avrebbe pubblicato foto e video di spa, ristornati, hotel e strutture turistiche, senza però specificare la natura promozionale dei messaggi.
Una influencer farlocca
L’antitrust inoltre riporterebbe un dato rilevante su Asia Valente, ovvero che la sua densa popolarità che può contare fino a 2 milioni di follower, sia in realtà basata per lo più da utenti non autentici, ingannando così i brand in cerca di collaborazioni pubblicitarie.
Dunque, secondo l’accusa, non solo non fornirebbe adeguate informazioni sui contenuti brandizzati, ma non controllerebbe nemmeno l’uso dello strumento e le pubblicazioni degli influencer. La società non si occuperebbe quindi nemmeno di verificare l’autenticità delle interazioni sulla piattaforma.
Ma chi à Asia Valente?
Asia Valente, 27 anni, alta, bionda, bella, una barbie. Ex coniglietta di Play Boy, ex pupa nel programma Mediaset, ha partecipato al Grande Fratello, all’isola dei famosi, comparsa a Ciao Darwin e perfino a Le Iene. Ha superato le selezioni anche Miss Italia, e ora concentra il suo futuro sulle piattaforme social.
Follower gonfiati e Zuck non controlla
La raccolta artificiale e clandestina di like e follower sta portando piano piano a confondere la reale popolarità di un utente, che può facilmente ingannerebbe clienti vendendo falsa pubblicità.
Zuckerberg ha creato un canale potentissimo su cui persone ci hanno basato vite, carriere, successi e quant’altro, forse gli converrà cominciare a controllare i post se non vuole spazzare via tutto quanto.
L’Unione consumatori: “Le piattaforme social vigilino sull’acquisto di seguaci fasulli”
L’Unione Nazionale Consumatori appoggia l’iniziativa dell’Autorità e chiede immediata chiarezza.
“E’ importante, però, che si comincino a sanzionare gli influencer che sponsorizzano prodotti occultando la finalità commerciale – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. Abbiamo denunciato per primi questa pratica nel lontano aprile del 2017. Da luglio del 2017 l’Antitrust ha emanato le prime linee guida, poi sono seguiti innumerevoli esposti e interventi dell’Authority, ma il fenomeno ancora dilaga. Non bastano più la moral suasion e la chiusura delle istruttorie con impegni. Quanto alle piattaforme, se non possono verificare l’esistenza di contratti pubblicitari tra l’influencer e la ditta sponsorizzata, possono fare molto per controllare l’acquisto di follower fasulli, ad esempio cancellando più frequentemente gli account inattivi, o intervenendo su chi ha balzi troppo repentini di follower da un giorno all’altro”. “Infine – conclude Dona – le piattaforme devono potenziare le funzionalità che aiutano l’utente a comprendere se un post è sponsorizzato. Quando si posta qualcosa la piattaforma chiede all’influencer se il post è sponsorizzato ed evidenzia la finalità pubblicitaria senza bisogno di utilizzare gli hashtag della trasparenza, tipo #advertising. Uno strumento importante che va messo ancor più in evidenza e potenziato”.
Insomma, Zuck, dopo la nuova versione a pagamento dei tuoi social, ai limiti della legge, forse non hai ancora capito che la tua piattaforma, solo perché privata, non può permettersi di fare ciò che vuole, tantomeno i tuoi utenti. Ti conviene regolarizzarti al più presto con le normative attuali.. Sia mai che perdiamo un personaggio come Asia valente!