Quando, nei primi minuti, Chiesa viene stato colpito duro al ginocchio in molti avranno pensato che un’altra maledizione Inca stava per compiersi. Poi, fortunatamente, le cose sono andate diversamente e oggi siamo tutti qui a gioire per una qualificazione erupea sempre più vicina. Soprattutto con l’attaccante della Juventus che la mette in rete due volte in pochi minuti, tirandoci fuori dal pozzo nero dove, anche stavolta, su un pericoloso 1-0, ci aveva fatti scivolare il solito Jorginho. La domanda è semplice: perchè consentirgli di tirare l’ennesimo rigore… mistero (per nulla) glorioso. Oltretutto in un venerdì 17: questo è puroe semplice m-a-s-o-c-h-i-s-m-o!
Quegli sporchi undici metri
In conferenza stampa Spalletti aveva dichiarato che l’eventuale rigorista sarebbe stato Jorginho. Quando la previsione si compie tutti capiscono, soprattutto i telespettatori, come sarebbe andata a finire: undici metri al martirio… con una parata del portiere macedone. Gelo sullo stadio romano e nelle case degli italiani. La prossima volta, caro CT… l’eventuale penalty fallo battere a chiunque, anche a Boninsegna che a 80 anni appena compiuti appare in formissima… ma evita Jorginho! A noi tifosi bastano quelli sbagliati sia a a Basilea che qui all’Olimpico, spingendoci fuori dai Mondiali del Qatar.
L’ardita creatività di Mister Spalletti
Anche se alla fine il tabellone recita 5-2… evitiamo di tirarcela oltre il dovuto. I macedoni erano, e restano, una squadra di valore non certo eccelso. Con uno Spalletti che, addirittura, s’inventa una delle sue difese «rotanti» a tre. Che, fantasia a parte, possiede un grande limite: quando siamo in attacco, Dimarco deve lasciare la fascia sinistra per buttarsi in mezzo al campo, addirittura verso l’area di rigore. Cosa che costringe Gatti – non stiamo parlando di Baresi Franco o di Scirea ma, con tutto il rispetto, di Gatti… – nel ruolo di centrale davanti al nostro portierone! Che la riappacificazione con Totti del giorno abbia messo il nostro Mister in uno stato di esagerata euforia?!?
Grazie al… Chiesa!
Dopo la bella botta infertagli da un macedone, Chiesa – invece che abbandonare il campo – viene toccato dalla grazia del Dio del pallone. Con la determinazione di un campione e con la rabbia che gli si deve concedere per tutto quello che gli è capitato fino ad oggi in carriera… si accende, con due gol in rapida successione. E se andremo agli Europei… il merito sarà in parte suo.