Al nostro Premier Giorgia Meloni proprio non deve andare giù che a capo del partito antagonista al suo ci sia… un’altra donna! Che sarebbe stato un “passo a due” fra di loro si era capito subito, da quel 27 febbraio quando Elly Schlein, semi-sconosciuta al grande pubblico, è sbucata sulla pista dei leader e molti, è cosa nota, non l’avevano vista arrivare. Peraltro, l’antagonismo con la Meloni aveva tutte le carte in regola per rappresentare il duello epico, anche oltre i ruoli prettamente politici: Garbatella vs Lugano, Colle Oppio contro UniBo, complessi irlandesi e Diodato, Dio-Patria-Famiglia contro diritti LGBT+. Meglio di un derby Milan-Inter o Roma-Lazio, nel quale la fede politica è all’opposto e, a differenza di quello che sostiene qualcuno… non si tocca. Anche se un segnale la Giorgia l’ha mandato, esprimendo parole positive per un certo fausto Bertinotti!
Su una sola cosa sono d’accordo: su cosa vedere al cinema!
Solo su una cosa le due leader si trovano d’accordo: sul valore dell’ultimo film di Paola Cortellesi, che la vede debuttare anche come regista. Forse un po’ poco per un paese con mille problemi come il nostro… ma da qualche parte bisogna pure iniziare, no? L’attrice ha ringraziaro la presidente del Consiglio per le parole di apprezzamento sul suo C’e ancora domani e per l’invito ad un incontro. Mostrandosi altresì lieta chela segretaria del Pd abbiano risposto al suo appello a unire le loro forze per un tavolo condiviso sull’educazione come strumento di prevenzione contro la violenza sulle donne.
A proposito del rifiuto di Elly
Fratelli d’Italia ha invitato la segretaria Schlein ad Atreju, la kermesse del partito di Giorgia Meloni. La leader del PD ha declinato l’invito. “Atreju è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche con leader molto diversi tra loro”, afferma Giorgia. Proseguendo, con sottile ironia: “C’era un tempo molto lontano da oggi, anche in un altro clima, in cui Fausto Bertinotti non aveva timore a dialogare – pur dall’orgoglio della diversità delle proprie posizioni – con qualcuno che era molto distante da lui, prendo atto che le cose sono cambiate”.
Fino a ieri ad Atreju venivano tutti
“Non so come interpretare” la decisione della leader dem, prosegue la Meloni, “io mi sono sempre presentata quando sono stata invitata e sono stata quella che ha aperto agli inviti ai leader della sinistra quando ero presidente di Azione giovani. I leader che hanno partecipato ad Atreju nel corso di questi oltre 25 anni sono stati tutti, ricordo diversi capi di governo della sinistra, dall’attuale commissario europeo Paolo Gentiloni a Enrico Letta. Sarebbe una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla. La manifestazione si svolge lo stesso, supereremo”.
Alla festa no, in Parlamento volentieri
“Atreju? Dobbiamo vederci in Parlamento. Li aspettiamo lì, siamo davanti a un governo che calpesta le prerogative delle opposizioni, e quindi intanto li aspettiamo lì”, ha dichiarato la Schlein durante la trasmissione Piazzapulita in onda sul La7. “A me sembra che la difficoltà di confronto ce l’ha Meloni che fugge da mesi sul salario minimo e ora sull’accordo con l’Albania” su cui “non pensino di cavarsela con una comunicazione. Questo non è un momento in cui vedersi a feste di partito ma in Parlamento”. Chiudendo con una battuta: “E comunque non avrei nulla di nero da mettermi”.