Home CRONACA Celebs Giulia Cecchettin: basta con la strumentalizzazione!

Giulia Cecchettin: basta con la strumentalizzazione!

La cosa folle nel panorama di tutto ciò che sta accadendo attorno alla morte della povera Giulia Cecchettin è la mancanza di coerenza e di rispetto da parte di quello sciame di avvoltoi che popola Instagram e social in generale. Non si tratta di gente comune, che ha seguìto con passione e speranza questa terribile vicenda… ma personaggi con l’appellativo di “influencer”. Che, stando al loro status, avrebbero il potere di arricchire e addirittura dirottare i pareri del popolino.

Il lungo elengo dei tributi vip di facciata sui social

Il post bianco del cantante Francesco Renga

Tanto per cominciare la cantante Elodie ha pensato bene, dopo il featuring con Sfera Ebbasta, in cui si fanno riferimenti proprio al possesso e all’odio, di chiedere un minuto di silenzio prima dell’apertura del suo concerto a Napoli. Andate a leggervi il testo di questa canzone e poi capirete il perché della nostra indignazione. Ma non stiamo parlando soltanto di lei, bensì di tutte quelle persone dalla grandissima notorietà che, piuttosto che condividere nelle proprie storie Instagram un post fatto da qualcun altro, si sarebbero potute recare dalla famiglia della vittima, avrebbero potuto fare – in silenzio – una donazione per una giusta causa, mettendosi anche a disposizione la loro notorietà per creare qualcosa in memoria di Giulia. Stiamo parlando di personaggi come Francesco Renga, Giulia Salemi, Aurora Ramazzotti e molti, molti altri

I contenuti postati da Aurora ramazzotti

Elena, sorella battagliera di Giulia

È stata proprio la sorella Elena – che ci ricorda molto un’altra sorella, quella di Stefano Cucchi – a dire, con una lucidità impressionante “non abbiamo bisogno di minuti di silenzio”, in riferimento anche alla proposta fatta dall’attuale governo. C’è tanto dignitoso dolore in quella famiglia ma altrettanta razionalità nel capire che purtroppo Giulia non gliela restituirà nessuno. Un motivo per il quale i Cecchettin chiedono a gran voce cose concrete. Non solo che l’ennesima vittima non venga dimenticata… ma che si arrivi a un punto di svolta per quanto riguarda l’elevato numero di femminicidi.

L’incoerenza del cattivo gusto, più che mai oggi al potere

Non stiamo condannando la condivisione di un pensiero più che legittimo, badate. Ma non si può fare un minuto di silenzio e dopo 5 minuti mettersi a ballare mezze nude intorno a un palo davanti a migliaia di persone. Non si può fare una storia su Giulia e poi mettersi a promuovere trucchi un’ora dopo. Non si può parlare di questa ragazza e poi mettersi a decantare le lodi di un brand che ti ha pagato. E questa l’incoerenza di cui parliamo, l’assenza di un fil rouge in una narrazione che vede Giulia come strumento di consenso e non come simbolo di consapevolezza.

La contabilizzazione del dolore

E a chi dice che le cose devono andare avanti, che ci sono degli accordi presi, che il lavoro non può fermarsi… rispondiamo di evitate di metterci la faccia tra un trucco e una borsa, astenendosi dal professare il proprio sgomento fra un balletto su TikTok e l’altro. Per il dolore ci vuole il massimo rispetto perchè si tratta di una cosa intima e laicamente sacra. Nessuno vi chiede di postare Giulia sui vostro profili, nessuno ve lo ha imposto… se non in nome di quel dannato tentativo di fare proselitismo, fine ultimo per il quale sareste disposti a vendere anche vostra madre. Se lo fate abbiate rispetto, prima di tutto per voi stessi.

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