Dopo sette anni dalla rottura Fedez torna sotto Siae e dice addio a Soundreef. La pace stipulata con la casa discografica è stata sancita attraverso un accordo che prevede una novità mediatica, un “marchettone” per raccontare – soprattutto ai giovani musicisti – cosa stia attualmente facendo la società in loro favore.
Fedez, campione in trasformismo
C’è sempre tempo per ripensarci… ma Fedez è di gran lunga il numero uno e questo improvviso ritorno in Siae ne è solo l’ennesima conferma. Si dice spesso “si torna sempre dove si è stati bene”, ma un addio così improvviso a Soundreef dopo 7 anni di gestione del suo repertorio, è proprio una mossa alla Fedez. Quello del rapper sarà un ritorno coi fiocchi, fortemente mediatico e di immagine per la Societa Italiana di Autori ed Editori. Nell’accordo firmato dalle parti è infatti prevista la realizzazione di un format chiamato Siae racconta, nel quale il buon Federico dialoga con grandi autori della musica italiana. Persone che lavorano in Siae, per far capire come la società sia migliorata rispetto al passato e che cosa faccia per tutelare gli autori e i compositori.
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Quando passò a Soundreef
In questi giorni Fedez nelle interviste sta ripercorrendo il suo passaggio di qualche anno fa a Soundreef. Conscio delle polemiche che la sua giravolta scatenerà, il rapper ha messo le mani avanti e si è giustificato così: Per anni – dice – sono stato in contrapposizione a Siae, sono stato il primo artista in Italia ad andarsene dalla Siae e a rompere quello che veniva chiamato “monopolio”. Ero fermamente convinto di quella scelta allora, ed è una scelta che rifarei perché credo che aprire al libero mercato avrebbe potuto portare rinnovamenti per tutti. A oggi Siae è una società che tutela e fa collecting con gli strumenti che abbiamo a disposizione nel 2023». A questo punto però è lecito chiedersi… PERCHE’ te ne sei andato?!? Avevi sbraitato contro Siae e adesso torni all’ovile, addirittura diventandone un testimonial?!? Sottolineando però che lo rifaresti… CONFUSIONE TOTALE o classico “cerchiobottismo”?!?
Un comunicato propagandistico che guarda al futuro
«Fedez ritorna in Siae: la sua scelta ci dimostra che il percorso che abbiamo intrapreso negli ultimi anni sta andando nella giusta direzione. La Siae del 2023 è una collecting che lavora mettendosi totalmente in ascolto dei suoi autori e dei suoi editori. Mentre lavoriamo per offrire servizi digitali sempre più efficienti, lo sguardo è già al futuro, stimolati dalle sfide di un’industria culturale e creativa in piena evoluzione», dichiara la SIAE
Siae racconta… e cerca di farsi bella
Il progetto “Siae racconta” è partito ieri, articolandosi su quattro puntate. Il format può essere seguito sui canali social di Siae: YouTube, Facebook, LinkedIn, X e Instagram. Nel primo episodio Fedez ha incontrato il suo “collega giudice” di X Factor Dargen D’Amico. Il 28 novembre Fedez incontra Mogol, uno degli autori che hanno fatto la storia della musica italiana, anche se troppe volte viene indicato come il più grande (non dimentichiamoci, infatti di un certo Giancarlo Bigazzi…), oggi – guarda caso – presidente onorario di Siae. Si parla dell’importanza di essere credibile, di collaborazioni straordinarie, e di una canzone considerata dai letterati la più bella, Vento nel vento, formata Battisti-Mogol. Ci chiediamo solo se Fedez la conosca… Il 5 dicembre Fedez incontra Matteo Fedeli, il Direttore Generale più giovane della storia di Siae, che racconterà in che modo la Società è cambiata negli ultimi dieci anni e in quali direzioni ha investito per adeguarsi ai nuovi modelli di business e di remunerazione. 12 dicembre, nell’ultimo episodio, l’ospite sarà Klaus Bonoldi, Head of A&R di Universal Music Publishing Group, colui che da anni scova e gestisce gli autori della Universal. Quattro testimonial strategici per “cantarsela e suonarsela” fra le pareti domestiche. Tutto chiaro.
Così è… se vi pare
Ormai da tempo la musica è solo ed esclusivamente un prodotto da supermercato, spesso in offerta speciale, dove contano solo le royalties. Creatività? Musicalità? Ispirazione? Roba da letteratura antica e polverosa… oggi conta solo il pay for click. Il ragazzino che ascolta quattro porcherie su Spotify attraverso il telefono non è interessato a questa logiche, stordito da quel muzak che gli arriva dritto al cervello, senza passare dal cuore. Facciamocene una ragione.