Home CRONACA Massimo Recalcati: “L’orsacchiotto di Filippo Turetta…”

Massimo Recalcati: “L’orsacchiotto di Filippo Turetta…”

Le due facce del femminicidio

Massimo Recalcati, intervistato da” La Repubblica”, in riferimento all’omicidio di Giulia Cecchettin ha individuato “due grandi facce del femminicidio”. Per lo psicanalista:” La prima faccia, e non è il caso di Giulia, è la faccia del maschilismo dell’uomo che incarna un ordine patriarcale”. Infatti l’ideologia maschilista “ritiene che le donne siano delle minorate ontologiche cognitive e che dunque vanno punite”. Quindi il fondamento di queste violenze è un atteggiamento sessuofobico nei confronti della donna vista come “Eva la peccatrice”. E l’uomo in questa visione incarna il bastone che disciplina e punisce la libertà sessuale della donna. Quindi in questa affermazione si può dedurre anche che il patriarcato come il maschilismo possa avere delle radici bibliche?

Il caso di Filippo e Giulia :il prolungamento del legame primario

Recalcati poi si sofferma sul caso di Filippo e Giulia che secondo lui ci mostra un’altra faccia della violenza. “È la faccia di un prolungamento nella relazione amorosa di un legame primario con i propri genitori “. Questo “legame primario” per lo psicanalista non è stato superato da Filippo. Non c’è stato quello che Recalcati chiama “lutto” della separazione. E questo “legame primario”, come un’ombra, ha coperto il rapporto con la donna che incarna la madre e dunque la separazione nella psiche di Filippo è stata impossibile da elaborare. Recalcati sviluppa questa riflessione in merito alle dichiarazioni dei genitori di Filippo. I quali evocano il fatto che nell’ultimo periodo il ragazzo si rifugiava nel suo orsacchiotto di peluche prima di andare a dormire. Lo psicanalista parla di un fenomeno di “regressione infantile”e quindi di non elaborazione della separazione. E specifica che “il prolungamento del legame primario è molto tipico di quegli amori che nascono sui banchi di scuola”. Questi rapporti “tendono a riprodursi per tutta un esistenza oppure a generare come in questo caso una relazione simbiotica tossica narcisistica che non tollera la separazione”. In questi casi il trauma della perdita è associato anche all’esperienza del fallimento. Quindi ” la violenza diventa l’unico mezzo per evitare di affrontare il proprio fallimento e la separazione” 

La coppia non deve avere la funzione di guarire la solitudine

Recalcati sottolinea durante l’intervista il concetto di coppia “generativa”. Per l’esperto la coppia è sufficientemente generativa quando entrambe le parti sanno stare sole. Significa che la condizione di questa unione è la capacità di stare soli. Se viene a mancare questa condizione di fondo, la relazione diventa tossica perché svolge la funzione di guarire dalla solitudine. Nel caso di Filippo, il dolore che accusa è doppio; Lei che dice basta … primo colpo, lei che si autonomizza prendendo la laurea …secondo colpo. “Sono due colpi che spezzano il fantasma incestuoso di questo ragazzo di costruire una coppia in cui il legame esclude per principio la separazione”.

La dipendenza tossica dal caregiver

Come afferma Recalcati, la cultura patriarcale non diventa centrale per analizzare il caso di Filippo. Se vogliamo individuare però un denominatore comune con altri femminicidi, o in generale che riguarda la massa oggi, è relativo ai legami primari. Secondo lo psicanalista” le relazioni primarie tendono a risultare interminabile”. Per relazione primarie si intende l’attaccamento alle figure genitoriali principalmente a quella della madre oppure ad entrambe le figure. Questo attaccamento si sviluppa nella primissima infanzia nella fase in cui il bambino non è in grado di provvedere ai propri bisogni primari appunto. Si crea così un primo legame relazionale in cui il bambino dipende dal suo caregiver, solitamente il genitore.

L’infiacchimento della figura paterna nella società moderna

In un attaccamento sicuro il bambino sente il caregiver una base sicura, sente che ci sarà, che è stabile ed ama incondizionatamente. Questa certezza e fiducia nel caregiver, preludio della fiducia dell’altro, genera una possibilità esplorativa dell’ambiente esterno ovvero la capacità di fare esperienze e allontanarsi e fare esperienze in autonomia (autostima).Se il caregiver è instabile per diversi motivi si sviluppo un attaccamento insicuro. Nel nostro tempo, specifica Recalcati, l’esperienza della separazione è in declino .Questo declino, dipende proprio dalla funzione paterna: “Il contesto dominate infiacchisce la funzione paterna che è proprio quella di togliere l’orsacchiotto dalle braccia del bambino”.

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Monica De Luigi, esperta di comunicazione, curiosa, ricercatrice e critica. Muove i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo producendo arrangiando e interpretando dischi di musica pop, terminati gli studi a Londra, torna in Italia per lavorare come responsabile marketing nell'azienda di famiglia di real estate. E' appassionata di psicologia, astrologia, esoterismo e antroposofìa.