Oscar Pistorius, attualmente 37enne, nel 2016 venne condannato a 13 anni di carcere dopo aver ucciso la sua fidanzata Reeva Steenkamp. L’ex campione paralimpico ha ottenuto la libertà condizionale e verrà scarcerato 3 anni prima del fine pena. L’atleta aveva sparato alla compagna più volte attraverso la porta del bagno il giorno di San Valentino – scelta romantica – sostenendo in seguito di averla scambiata per un ladro.
Il 5 gennaio 2024 tornerà uomo libero
Fermamente contraria alla decisione di concedere la libertà condizionale all’ex atleta è June Steenkamp, madre di Reeva, che non ha nascosto il suo punto di vista quando è stata ascoltata proprio dalla commissione per la libertà vigilata, prima della decisione finale. Secondo la donna, Pistorius “non si è riabilitato. La riabilitazione richiede che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze. Nessuno può affermare di avere rimorsi se non è in grado di affrontare pienamente la verità”. Un aspetto sul quale i genitori della modella si sono battuti per anni, ritenendo di non aver mai ascoltato la verità nelle parole dell’ex velocista.
La preoccupazione della madre della vittima
La signora Steenkamp ha voluto inviare una lettera alla commissione per la libertà vigilata. Nella quale si chiede se gli “enormi problemi di rabbia” di Pistorius siano stati veramente affrontati in carcere. Aggiungendo la sua concreta preoccupazione per la sicurezza di qualsiasi donna che entrasse a contatto con lui. Scegliendo anche di non presenziare all’udienza sulla libertà vigilata oggi, nella prigione di Atteridgeville, nei pressi di Pretoria in Sudafrica. Suo marito e padre di Reeva, Barry, è scomparso all’inizio di quest’anno, sfinito dalla tensione vissuta in questi anni.
Una leggenda dello sport paralimpico
Pistorius è entrato negli annali dello sport alle Olimpiadi del 2012, correndo i 400 metri con il tempo di 45 secondi e 44 centesimi. In quel caso si trattò della prima volta per un corridore olimpico con doppia amputazione. “Dovrà sottoporsi a una terapia per la sua rabbia, svolgere servizio sociale e sottoporsi a una terapia contro la violenza sulle donne”, ha dichiarato il portavoce della famiglia della vittima, Rob Matthews. Per Pistorius la vita ricomincia (non sappiamo ancora se anche dal punto di vista sportivo.), per la sua fidanzata si è conclusa sotto la doccia. i più maligni si chiedono se sulla decisione di sconto di pena sia pesata la sua condizione di disabilità…