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I gadget antistupro: quali sono e a cosa servono

Dopo gli abiti e la biancheria intima in stile Taser, i designer hanno sviluppato una vernice in grado di rilevare le “droghe da stupro” in una bevanda. Tra le iniziative destinate a combattere lo stupro c’è ora una vernice che permetterebbe di individuare la presenza di droga in un bicchiere. Questi oggetti rafforzano il mito dello stupro perpetrato da uno sconosciuto aggressore in uno spazio pubblico. Tuttavia, lo stupro da parte di uno sconosciuto rappresenta una parte molto limitata degli atti, nota:più di 8 stupratori su 10 fanno parte di un entourage più o meno vicino al loro obiettivo. La lotta contro lo stupro sta altrove: nel cambiare il rapporto tra uomini e donne, tra le donne e il loro corpo, così come nella lotta contro alcuni farmaci usati per addormentare le donne prima di uno stupro. Senza questo, tutti questi gadget non impediranno le aggressioni.

Inseriamo le donne nel ruolo di vittime

Questo tipo di invenzioni, a volte sono inefficaci perché aumentano la “vittimizzazione delle donne”. Sono rinchiuse nel ruolo di vittime, in totale passività e fragilità: gli uomini stuprano e le donne soffrono. Altre iniziative, sono più interessanti, come ad esempio i corsi di difesa personale. Lì le donne sono attive, imparano a conoscere il proprio corpo e a sentirsi più sicure e si tratta di proteggersi da qualsiasi tipo di aggressione, senza concentrarsi solo sullo stupro. I prodotti antistupro possono servire ma non devono rafforzare gli stereotipi e le differenze tra uomini e donne, che sono proprio una delle cause della violenza sessuale. Non è polarizzando gli atteggiamenti tra uomini e donne che si risolverà il problema.

Il segnale acustico dell’Athena e altri rimedi

Presentato dal suo ideatore come un “gioiello”, potrete agganciare questo cercapersone ai vostri jeans o indossarlo come ciondolo. Quando viene premuto, emette una suoneria forte e invia il segnale di geolocalizzazione di chi lo indossa alle persone che ha registrato come contatti di emergenza. Il prodotto, interamente finanziato tramite crowdfunding, sarà disponibile per la cifra di 99 dollari secondo il sito Mashable. Allarme di potenza. Basta tirare la corda di questo allarme elettronico ed emette un suono stridulo di oltre 110 decibel.

Collant pelosi

Questi collant dovrebbero respingere l’ardore degli aggressori. Perché, è risaputo, gli stupratori attaccano solo le donne depilate.

L’orologio antistupro

In seguito allo stupro di gruppo di una giovane donna su un autobus a Nuova Delhi nel dicembre 2012, i ricercatori hanno sviluppato questo orologio con GPS integrato, in grado di allertare i parenti e la polizia in caso di pericolo imminente.

Il reggiseno elettrizzato

L’indumento può fornire più di 3.800 kilovolt a chiunque si avvicini troppo e allertare la polizia in caso di attacco

La cannuccia anti-GHB

Si colora in presenza della minima traccia della droga dello stupratore. Stupro-aX. Questo preservativo femminile è dotato di piccoli denti affilati destinati a trafiggere il pene dell’aggressore.

Abbigliamento anti-stupro

Queste mutandine antistupro hanno un tessuto anti-strappo che resiste anche alle lame di un coltello o alle forbici.

La penna anti-aggressione

Basta premere il cappuccio e questa penna (che scrive anche!) manda pepe negli occhi dell’aggressore

La giacca No Contact

Premendo un pulsante nascosto in una delle maniche, il capo si elettrizza ed invia una potente scarica di 80.000 volt.

Le associazioni italiane che lottano ogni giorno contro la violenza sulle donne

  • Centro Antiviolenza Frida Kahlo – San Miniato, Pisa
  • Differenza Donna – Roma
  • Fiorinda – Napoli
  • Associazione Thamaia Onlus – Catania
  • Mamachat – Sportello Antiviolenza Online
  • REAMA – Sportello Antiviolenza Online
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"Medico di famiglia, medico estetico, consulente in sessuologia clinica e giornalista pubblicista. Ha frequentato un master in Beauty&Wellness alla Business School del Sole24Ore, a cui è seguito il diploma alla FISS di Roma. Nel 2019 si è diplomata con un master in Lobbying nelle Relazioni Internazionali alla SIOI a Roma. Collabora con IlGiornale.it per la sezione salute, con L’Identità e con la rivista La Critica. È stata ospite, in diverse occasioni, a Tg4 e a TgCom24 per Mediaset e a Radio24 per la Zanzara. Lavora a Parma, “salotto d’Italia”, e a Roma. Si occupa delle persone in tutte le loro sfaccettature. Le ascolta, le consiglia, le rimprovera, le valorizza."