Il popolare volto Mediaset e direttore di Chi Alfonso Signorini rilascia un’intervista al Corsera, iniziando con un vero e proprio scoop: «Il primo bacio vero l’ho dato a 23 anni, a una ragazza». Il suo libro Troppo fiera, troppo fragile, dedicato alla figura della leggendaria Maria Callas vendette 1 milione e 800 mila copie. Con i guadagni ci si comprò casa. Tradotto in 15 lingue, ne ha appena firmato una riedizione per Mondadori che il 12 dicembre presenta alla Scala.
Ah l’amore, questo folle sentimento che…
Sui suoi esordi alle prese con il sentimento più vecchio del mondo dice: «Ero un nerd sfigatissimo. A 13 anni vidi Gilda con Rita Hayworth. Ed ho provato il primo impulso sessuale. “Oddio, che succede? Muoio”. Non avevo capito bene come funzionava, però sull’amore tra Enea e Didone ci ho fantasticato mesi. E con i film di Carmen Villani».
Il primo bacio
«Presi una scuffia per la zia di un allievo, più grande di me, aveva 31 anni. Eravamo terrorizzati che scoprissero la tresca. Dovevamo sposarci a Sant’Ambrogio. Un giorno, davanti a un passaggio a livello, l’ho baciata. E ho scoperto l’attrazione fisica, quella vera». Si dovevano addirittura sposare: «Lei vendeva condizionatori, mi tradì con un rappresentante egiziano. Mandammo indietro i regali, tra cui un corredo della Rinascente. Non volevo più saperne dell’amore. Dentro di me lo sentivo che i miei veri interessi erano altrove, ma i condizionamenti esterni erano troppo forti. Reprimevo. Quando c’era sciopero dei mezzi, andavo a piedi fino a Bruzzano. Sulla strada c’erano le prostitute. Mamma si raccomandava: “Non fermarti dalle donnacce”».
Laura e il “salto della quaglia”
«Quando avevo ormai deciso di chiudere per sempre quella porta, su un pullman per Moena incontrai Laura, ragazza stupenda, romana, diretta al mio stesso albergo. Fu amore. E con lei ho passato sette anni da dio. Ero innamorato pazzo. Ogni weekend venivo a Roma in treno, con la gabbietta del gatto». Anche in questo caso, un’altra delusione, un altro tradimento: «Suo, con il maestro di tennis. Ci ho sofferto. E forse anche per ripicca — cornificato due volte su due — ho fatto il salto della quaglia, tra mille turbamenti. Avevo trent’anni e passa, non ero mai stato con un uomo, pur convivendo con certi pensieri. Mi sono detto: “Se sono stato un fallimento come fidanzato è perché non ho voluto ascoltare quella voce dentro di me”. Però non sapevo come assecondarla, non ero pratico».
La prima volta gay a Parigi
«Risposi ad un annuncio su Seconda mano di Robert, modello. Appuntamento in aeroporto. Bellissimo ma truzzo. Jeans, canotta, cicca, valigia con adesivi. “Certo che Pariggi è sempre Pariggi ”. In hotel si buttò sul divano a guardare le partite. “ Se famo du spaghi ?”. Mi crollò la libidine. Lo mandai alla tour Eiffel. Lasciai i soldi sul comodino e me ne andai».
Il suo compagno da oltre 20 anni
La conoscenza con Paolo, con il quale sta insieme da 20 anni, avvenne su Tiscali. «Su una chati, sezione incontri. Il mio nickname era Perlage, il suo Traveller68. Mi contattò lui. “L’unico perlage che amo è quello del Blanc de Blancs”. Mi incuriosì. Era il 2002, lavoravo con Chiambretti. Scoprimmo di abitare entrambi a Milano. Mi disse: “Ora sono in barca”. E io sfacciato: “Ma è tua?”. Sa, avevo certe aspirazioni. “E che auto hai?”. “Una Aston Martin”. “Ah”. Pensai mi prendesse in giro. “Rientro stasera, se ti va ci vediamo più tardi”, propose. Non potevo, ero ospite al Maurizio Costanzo Show . “Se ti va guardami in tv”». Poi l’incontro vis-a-via e da allora non si sono mai più lasciati».
Giancoso e la Meloni
Signorini parla anche della (presunta) rottura dell’anno… anche perchè Gianbruno lo conosce molto bene: «Giorgia Meloni sapeva bene chi era . Ha dovuto scegliere tra sé stessa e quello che rappresenta. Se non fosse stata a Palazzo Chigi forse avrebbe agito diversamente». Fu proprio lui a portarlo a rete4: «Era mio redattore a Kalispera . Identico a come è oggi. Un bauscia, diciamo qui, un ganassa , un guascone. In quattro giorni è andato fuori di casa, ha dovuto ripartire da zero. Certo ha fatto delle cavolate, ma se ne rende conto». Signorini non esclude che tornino insieme: «Adesso no, poi chissà».