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Vlahovic, esultanza polemica: “Voi parlate, io segno”. Ma se non segnavi da due mesi…

Ieri sera si è disputata una super sfida verso lo scudetto tra Juve-Inter, che si è conclusa con un pareggio. Inizialmente il vantaggio era stato conquistato da Dusan Vlahovic, che, quasi con rabbia, ha raccolto l’assist di Chiesa e ha fatto meta alle spalle di Sommer. Una speranza uccisa alla nascita, perché dopo cinque minuti Lautaro anticipa Gatti e insacca la palla nella rete di Szczesny, rimettendo le carte in tavola col gol del pareggio.

L’esultanza del serbo

Un’esultanza diversa da quella del solito quella del serbo, quasi arrabbiato, polemico, come a dire “Ah ma allora ho segnato io?”, insinuando una domanda retorica. Retorica che non c’è, perché se dobbiamo dirla tutta, caro Dusan, non vedevamo un tuo gol da due mesi, quindi di che ti meravigli? Ma Vlahovic era davvero arrabbiato e ha mostrato più volte la maglia con su scritto il suo nome, sottolineando noiosamente la marcatura a mezzo telecamera… Forse ci stava insegnando a leggere il suo cognome, chissà.

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Dusan, sei vecchio… e pure scarso

La punta serba erano settimane che non metteva a segno un gol, nemmeno Allegri, giustamente, voleva schierarlo… Sei da buttare ormai Dusan! Ma nemmeno la pioggia di critiche e polemiche da parte del pubblico, che voleva Kean titolare al posto suo in campo, è riuscita a far capire al giocatore che è ora di smetterla. Il gol di ieri sera voleva far notare che alla fine non è scarso così come lo dipingono, supportato dal gesto della “chiacchiera”, come per dire: “voi parlate e io segno”. Non sappiamo se sarà riuscito a recuperare la speranza di qualche tifoso… La nostra, sicuramente no.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.