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Anche da Gucci il licenziamento è più che mai una pratica di… gran moda

Sede romana di Gucci, ieri una cinquantina di designer hanno scioperato fuori dall’azienda contro la decisione di trasferire oltre 150 dipendenti. Da Roma a Milano entro il marzo 2024. Secondo Federica Ricci della Filctem Cgil, molti lavoratori rischiano il licenziamento mascherato, poiché non sono state offerte condizioni adeguate per il trasferimento.

Nonostante Gucci sia di proprietà del gruppo francese Kering e abbia deciso di spostare i dipendenti per semplificare le interazioni professionali, i sindacati sostengono che la mossa possa comportare la chiusura graduale della sede romana.

I designer in sciopero esprimono sospetti sulle intenzioni di Kering, sostenendo che l’offerta di trasferimento sia un modo per spingere alcuni dipendenti a dimettersi volontariamente. I sindacati chiedono alternative per chi non può spostarsi a Milano, proponendo il trasferimento in altre aziende di moda di Kering a Roma. Gucci assicura che il trasferimento non comporterà tagli di personale. Offredo a loro misure di supporto economico e assicurando che 66 dipendenti resteranno nella sede romana mantenendo le loro attuali posizioni. E ci crediamo?

Gucci: licenziamento mascherato?

“Gucci sfila posti di lavoro”, “Gucci taglia, Milano cuce” e ancora “Da Gucci è di moda il licenziamento”. Ecco alcuni tra i manifesti mostrati nella giornata del 27 novembre 2023 dai lavoratori del noto brand di lusso, tesi a causa della possibile chiusura della sede romana (attiva da 14 anni dopo un trasferimento da Firenze).

Il futuro incerto dei lavoratori Gucci

Il futuro dei lavoratori di Gucci a Roma è incerto. In particolare per i 66 dipendenti a cui non è stato proposto il trasferimento a Milano. La preoccupazione riguarda la possibile chiusura completa della sede romana. Chiara, rappresentante sindacale, condivide che il rapporto con l’azienda è stagnato e non è stata fornita alcuna indicazione sul destino della sede a Roma.

La replica di Gucci

Gucci ha replicato affermando che il trasferimento della Direzione Creativa da Roma a Milano, annunciato alle organizzazioni sindacali a ottobre, non comporterà tagli di personale e sarà effettuato nel rispetto delle leggi vigenti. L’azienda ha previsto misure di supporto e benefici superiori a quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale per agevolare il trasferimento dei dipendenti a Milano, in modo da massimizzare le interazioni e le sinergie con le funzioni strategiche già presenti nella città lombarda.

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