E’ ufficiale: l’Expo 2030 si terrà a Riad, in Arabia Saudita. Niente da fare per la nostra candidatura. Puntavamo al ballottaggio e – invece – abbiamo racimolato appena 17 voti, venendo sconfitta anche da Busan, Corea del Sud (29 voti per loro). Per la vincitrice Riad ben 119 preferenze.
Ci si vede a Riad il 1° ottobre 2030
L’Esposizione Universale del 2030 sarà quindi ospitata a Riad. Un momento storico in quanto si tratta della prima città araba ad accogliere questo prestigioso evento. La notizia – comprensibilmente – ha scatenato un’esplosione di gioia all’interno della delegazione saudita. L’edizione 2023 verrà sviluppata sul tema “L’era del cambiamento: insieme per un futuro chiaro”, svolgendosi dal 1 ottobre 2030 al 31 marzo 2031.
Che brutta sconfitta!
“È stata una brutta sconfitta, Riad ha dilagato oltre ogni previsione e in qualche modo ha espresso una forza che avevamo visto durante questa campagna elettorale, anche economica, che ha reso questo Expo molto particolare. Siamo amareggiati, naturalmente. Il nostro progetto era molto bello ma i rapporti di forza anche economici che qui sono stati espressi, come avevamo anche un po’ segnalato, denunciato, hanno portato a un voto nettissimo, a una vittoria schiacciante di Riad. Questo è un tema, naturalmente: tanti eventi internazionali stanno andando a colpi di risorse nel Golfo, noi avevamo segnalato questo problema, pero’ oggi però è avvenuto e dobbiamo accettare sportivamente la sconfitta”. Così ha parlato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, commentando a caldo l’esito della votazione.
A nulla sono valsi i vip
Per questa giornata, Roma aveva schierato per l’ultima arringa tre donne italiane celebri in tutto il mondo. Innanzitutto la moglie della rockstar Sting, Trudy Styler, attrice, produttrice, attivista per i diritti umani e ambasciatrice Unicef, con l’ex Police collegato in video; poi l’attrice Sabrina Impacciatore e l’atleta oro paralimpico Bebe Vio. Amareggiato il sindaco Gualtieri per il risultato: “Dobbiamo sportivamente accettare la sconfitta: la vittoria di Riad è stata schiacciante ma quello di Roma era un bellissimo progetto”. Più duro il commento dell’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore: “Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile. Si tratta di un sistema pericoloso: oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi. Non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in consiglio di sicurezza. Perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare”.
Un progetto di riqualificazione urbana come eredità da valorizzare
Nonostante la delusione per la mancata assegnazione, il primo cittadino Roberto Gualtieri sottolinea l’importanza del progetto di riqualificazione di un quartiere della città, definendolo “bellissimo”. Affermando che, nonostante la sconfitta, sarà cruciale portare avanti questa iniziativa in forme diverse. Solo un buon proposito o una precisa volontà che prenderà forma? Sempre Gualtieri sottolinea l’eredità di un lavoro significativo nella rigenerazione urbana di un settore della sua città. sottolineando che il progetto rappresenta un patrimonio da preservare.
Il danno economico, diretto e indiretto, è pesante
Roma sperava nell’arrivo dell’Esposizione Universale sin dagli anni ’30 del secolo scorso, quando l’intero quartiere dell’Eur fu progettato per ospitare l’Expo del 1942 che, purtroppo non si realizzò a causa dello scoppio della 2^ Guerra Mondiale. Il dossier di candidatura per il 2023 stimava un impatto economico stimato all’incirca su 50,6 miliardi di euro per l’Italia. Con un effetto economico indiretto di 18,2 miliardi a breve termine e un effetto economico diretto di 10 miliardi, derivante dagli investimenti pubblici e privati dei partecipanti.