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Oggi a Domenica In… pianti a dirotto!

Che pomeriggio triste! Colpa anche di una lunga intervista di Fedez – peraltro attesissima – nel salotto “buono” di Rai1, quello di Mara Venier. Una chiacchierata – registrata nei giorni scorsi e andata in onda solo oggi – chiusasi con un pianto inconsolabile da parte di entrambi. Il rapper aveva iniziato ripercorrendo le tappe principali della sua vita e della sua carriera. Chiaramente partendo dalle recenti traversie sia fisiche che mentali. “Io mi sono trovato a dover fare i conti con la possibilità di morire e ricordo che il pensiero di affrontare una cosa così grande in modo così precoce non è sano per la tua mente, certamente è traumatico”. Il racconto di Fedez si concentra sul periodo intercorso fra la prima operazione fino all’ultima subita.

I problemi di Fedez e la cura farmacologica

Fedez spiega quindi di aver dovuto ricorrere ad un trattamento farmacologico per risolvere i suoi problemi: “La mia prima esperienza con i farmaci non è stata delle migliori, mi sono ritrovato a prendere sette medicinali al giorno che mi hanno portato ad avere attacchi ipomaniacali. Ho fatto cose strambe e messo a rischio la stabilità della mia famiglia, oltre che la mia stabilità fisica. È stato difficile smetterne e uscirne fuori, non tanto per la dipendenza in sé. A Sanremo ero proprio nel culmine della mia poca lucidità e dopo qualche settimana la mia bocca smette di funzionare, inizio ad avere tic nervosi, non riesco più a parlare in maniera fluida. Stoppo tutti i farmaci senza scalare e ho avuto un effetto da rebound. È bruttino perché sono stato due settimane senza poter camminare per i crampi, non distinguevo sogno da realtà, ero disorientato. Ma il peggio è arrivato dopo quando, senza farmaci, sono entrato in una profonda depressione e ci ho messo molto a riprendermi.

Il ruolo centrale della famiglia

Fedez sottolinea l’aiuto e la presenza della sua famiglia: “Se ne sono uscito facendomi seguire a esperti e specialisti. Attualmente seguire certi percorsi, in Italia, è un privilegio e secondo me è assurdo. Credo che al pari della salute del corpo, anche quella della mente dovrebbe essere coperta dal sistema sanitario nazionale. Se io oggi sono ancora qua e non sono andato oltre la progettualità del farmi del male, è semplicemente per la mia famiglia. A volte il dolore è così forte che pensi anche a dei gesti estremi. Però hai tante responsabilità e il pensiero di arrecare un danno così grande alle persone cui tieni di più è una cosa che ti frena”.

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LA SALUTE MENTALE E’ UN PROBLEMA DI MOLTI

Anche i ricchi piangono… noi telespettatori di più

La chiacchierata far i due poi, fortunatamente, vira su temi più leggeri: la sua relazione alchemica con Chiara Ferragni: “È incredibile come siamo uno l’antitesi dell’altra per approcci alla vita e contesti lavorativi, però ci siamo trovati su quelle due o tre cose davvero importanti, dalla scala di valori a cose più intime, che a me personalmente hanno fatto dire, senza alcuna ombra di dubbio, che fosse la persona con cui volevo avere una famiglia e stare per il resto della mia vita”. I due negli ultimi anni si sono molto impegnati in progetti benefici, peraltro un dovere morale che dovrebbe caratterizzare tutte le persone particolarmente fortunate come loro. Poi si ripiomba nella tristezza live con la Venier che – rivolgendosi a Fedez, con voce rotta dal pianto ha pronunciato: “Io ti ringrazio, perché tu mi hai aiutato ma non ho fatto in tempo. Non è andata”. A cosa si riferiva? Probabilmente alla scomparsa del marito di sua figlia, Pier Francesco Forleo, avvenuta a giugno a causa di una malattia.

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Ognuno ci ha i suoi problemi…

A quel punto Fedez si è alzato e, piangente, ha abbracciato la conduttrice. Un finale annegato nel pianto. Ribadendo che si tratta di una registrazione e non di una diretta… una garbata e dignitosa autocensura non sarebbe guastata. E invece no… si è deciso di mandare tutto integralmente, perchè il dolore e il pianto degli altri ci fa sentire tutti più buoni, più umani.

GUARDA QUI IL MOMENTO CLOU…

Ma è solo un attimo… quel tanto che basta a conosolare il povero spettatore, sbattendogli in faccia il dramma di persone più fortunate di lui, con tanti soldi ma con gli stessi suoi problemi. Vedi che alla fin fine siamo tutti uguali, qualcuno forse più uguale degli altri. Giusto il tempo di asciugare la lacrimuccia e poi il pensiero vola al campionato di calcio e ai suoi risultati.

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Gioca stasera.

Ah, ok…

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