«Dobbiamo avere la rivalsa verso un potere non legittimo, non meritevole di esistere», tuona Renato Zero in un italiano non proprio incisivo. Certe vittorie si ottengono lì, mai come ora la piazza dovrebbe ripopolarsi. Invece stiamo davanti alla tv che è un altro sonnifero. Quello che offre è vergognoso». Abbiamo stima per Renato, un dillingeriano ante litteram. Ma in questo caso non ci sono chiare un paio di cose. Primo: se il potere contro cui punta il dito è quello politico, è stato eletto secondo le regole della nostra democrazia e quindi legittimo. Se a Zero non va giù, sarebbe più efficace se chiarisse meglio che cosa non funziona secondo lui in Italia. Secondo: la colpa è della Tv. Qui, ci spiace, ma scivola in un luogo comune, “La televisione è l’oppio dei popoli”, inventato sessant’anni fa da Ugo Tognazzi.
Il suo pronto soccorso
Zero è impegnato nel lancio del suo nuovo album Autoritratto, che uscirà l’8 dicembre. E questo spiega in parte il suo j’accuse: quando fanno promozione delle loro opere, parecchi artisti si fanno prendere la mano o cascano nella trappola della domandina furbetta di qualche giornalista, durante le conferenze stampa. Oppure enfatizzano l’importanza del proprio mestiere: «Il mio è un gioco diventato una professione e una specie di pronto soccorso. I miei brani hanno guarito l’animo di tanti, lo dico con orgoglio. La canzone chiede di affermarsi, di essere cantata anche da una persona stonata. Però in certi casi ha fatto due guerre, è servita agli alpini, ai militari, a chi non voleva il conflitto. È la madre di tutti i tempi e di tutti gli umori, anche delle sconfitte».
Il plaid di Raffaella Carrà
Il Renato più autentico però salta sempre fuori, con la sua sensibilità e il suo romanticismo: «Ho perso alcuni amici e questo ti mette di fronte al fatto che non hai più appoggi. Diventi più responsabile del tuo operato». Ricorda Raffaella Carrà: «Era mia vicina di casa. Me la sono sempre immaginata a 90 anni con il plaid sulle ginocchia che cantava Tuca Tuca».
Spiagge, mari, orizzonti, futuro
Zero si schiera con forza contro la violenza sulle donne: «Oggi pagano per tutto ciò che gli uomini non riescono a realizzare nella vita e subiscono la loro rabbia». E sui contenuti sessisti e violenti di certa trap: «Non dobbiamo giudicare i ragazzi, ma andare dalle loro famiglie e la risposta la troveremo nella non educazione. Ci aspettiamo che questi giovani non abbiano bisogno di menare le mani o usare espressioni inopportune, ma che incontrino la spiaggia, il mare, l’orizzonte, il futuro».