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Influencer ai ferri corti? Khaby e altri professionisti chiedono tutele

Il mondo degli influencer e dei content creator, una realtà digitale dirompente, è in fermento: Khaby Lame e oltre 350.000 professionisti rivendicano tutela e regole per un settore dal giro d’affari di 2,55 miliardi di euro. La neonata Associazione Italiana Content & Digital Creators (AICDC), capeggiata da Khaby Lame, con 160 milioni di follower su TikTok e 80 milioni su Instagram, è in prima linea.

AICDC, l’associazione che tutela gli influencer

La presidente Sara Zanotelli si fa portavoce delle richieste chiare dell’associazione, chiedendo al governo regolamentazione e protezione per un settore fino ad ora privo di un adeguato quadro normativo. AICDC ha già elaborato un Codice Etico per i suoi associati, uno strumento di riferimento per garantire valori e procedure morali. Il primo convegno istituzionale “C come economy – Il content creator: un futuro già presente”, organizzato dall’AICDC, ha attratto l’attenzione di esperti e persino rappresentanti del governo Meloni. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, ha partecipato insieme ad altri 250 creator, unendosi all’associazione.

Quali sono gli scopi dell’associazione con a capo Khaby Lame?

L’associazione, nata quest’anno, mira a rappresentare un settore che coinvolge il 76% degli italiani seguaci di almeno un influencer e 21 milioni di persone seguono almeno tre, dimostrando l’importanza crescente dei professionisti digitali nell’economia italiana. L’associazione non solo coinvolge influencer e creativi digitali, ma si rivolge anche a manager e agenzie. L’obiettivo è anche l’istituzione di un codice Ateco per i lavoratori digitali e una maggiore regolamentazione.

Pareri discordanti

Tuttavia, ci sono opinioni contrastanti. Se Antonio Pone, direttore centrale entrate INPS, ritiene necessaria una previdenza specifica, il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, sostiene che la previdenza debba adattarsi ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, evidenzia l’importanza di investimenti nell’istruzione e nelle strutture di sostegno sociale per sostenere il passaggio ai lavori del futuro.

Influenti ma molto spesso precari

Il dibattito sulle tutele etiche e sulla prevenzione degli effetti negativi dei contenuti web ha portato alla presentazione del Codice Etico dell’AICDC, un insieme di regole e valori che i membri adotteranno come riferimento. L’Associazione Italiana Content & Digital Creators e il sindacato Assoinfluencer sono manifestazioni della necessità di riconoscimento e tutela di una professione influente ma spesso precaria. La ricerca di protezione è un tema internazionale, evidenziato dalla lotta degli influencer d’oltreoceano per maggiori tutele nel mondo del lavoro online. Emily Hund, esperta di social media, sottolinea come questa industria sia una risposta alla precarietà economica, ma evidenzia i rischi di disuguaglianza di genere, etnia e classe che gravano su chi lavora in questo settore. In definitiva, essere creativi è magnifico, ma farlo con tutela è ancora meglio.

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