Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha passato una giornata poco tranquilla, assalito da polemiche sul neo comitato delle tre garanti del progetto di “Educazione alle relazioni”.
La nomina non ha convinto proprio tutti
La nomina come presidente di Anna Paola Concia, attivista Lgbtqi+, ex Pd e oggi anima di Didacta (una tradizionalista praticamente), è diventata motivo di diatriba nella maggioranza. E con il passare delle ore, il meno soddisfatto, casualmente, era il partito stesso di Valditara, la Lega. L’irritazione è stata poi ufficializzata con un comunicato firmato dalla responsabile Famiglia Simona Baldassarre, non molto lontano dal pensiero del leader Matteo Salvini: «Non c’è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni».
Il telefono va messo in silenzioso al lavoro
Per tutta la giornata, mentre Valditara provava a spiegare e delineare il ruolo dei garanti, i telefoni dei parlamentari della maggioranza sono stati bombardati da messaggi di protesta. «Siamo seccati e imbarazzati: non si capisce il motivo di questa scelta. E soprattutto siamo stati gli ultimi a saperlo», ha spiegato più d’uno al ministro. Se lo si chiede anche Maddalena Morgante, responsabile Famiglia e valori non negoziabili di Fratelli d’Italia: «Concia è una bravissima persona, ma perché deve gestire lei il progetto?». Non basta che con lei nel comitato ci siano suor Monia Alfieri, rappresentante del Consiglio nazionale della scuola della Cei e volto noto della tv, e Paola Zerman, avvocata dello Stato, Commendatore della Repubblica già candidata alle politiche nel partito di Mario Adinolfi.
Montevecchi lancia la bomba, su Facebook (era più facile)
Il Consigliere regionale leghista dell’Emilia-Romagna Matteo Montevecchi lancia la bomba, via Facebook, chiedendo le dimissioni del ministro perché «inadeguato in quanto ha dimostrato platealmente un gigantesco complesso di inferiorità culturale». Una polemica che condivide anche il Deputato leghista Stefano Candiani, quando parla di «un complesso nel dover dare spazio a una controparte ideologica». Rossano Sasso, ex Sottosegretario all’Istruzione, che considera una “nefandezza” l’educazione alla sessualità nelle scuole, chiede al ministro di essere il garante delle garanti: «A prescindere da nomi graditi o meno e da commissioni varie che per il momento non esistono sono più che certo che Valditara impedirà derive ideologiche e propaganda di genere nelle scuole»
Petizione per rimuovere la Concia: 15 mila firma in due ore
L’onlus ultraconservatrice Provita&Famiglia organizza una petizione online per chiedere la rimozione di Concia. Raccoglie 15 mila firme in poche ore… Ma lei non si scompone di una virgola, nemmeno quando la chiama il ministro. Piuttosto, continua la guerra digitale, sta volta con un Tweet: «Bisogna avere pazienza, domani avranno qualcos’altro su cui vomitare odio». Intanto, per provare a seppellire l’ascia di guerra con Alfieri e Zerman, interviene per ripetere che non è prevista alcuna introduzione di elementi di «cultura gender nelle scuole». Il progetto riguarda soltanto il contrasto alla violenza sulle donne. Difficile dire se sarà confermata la prima riunione la settimana prossima.
La legge sono io
Valditara ha fatto un errore da principiante. Ha sperato davvero che introducendo un comitato che tenesse insieme storie e mondi diversi, riuscisse a chiudere le polemiche sul suo progetto che venivano dall’opposizione. E Valditara ribadisce: «È un comitato di garanti che non prende decisioni, quelle le prendo io. Sono persone che mettono la faccia su questo progetto. Le uniche invece che potranno dire qualcosa nelle scuole sono le organizzazioni dei genitori. Non le tre garanti». Neppure l’appoggio di FI e del Moige basta a contenere le proteste. La Concia sta proprio simpatica…