Home CRONACA Gli affarucci di Zan e lady Franceschini: nell’arcobaleno domina il… giallo!

Gli affarucci di Zan e lady Franceschini: nell’arcobaleno domina il… giallo!

La visione del servizio trasmesso da Report apre una spinosissima questione che vedrebbe coinvolta Michela Di Biase, la moglie di Dario Franceschini, socia al 25% della Obiettivo Cinque, una srl nata nell’aprile 2021, nonchè deputata PD. Proprio pochi mesi prima del varo della legge sui «bollini rosa» per le aziende (che prevede meno tasse e punteggio per l’accesso ai bandi pubblici).

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Una posizione di privilegio

«Michela ha avuto l’idea perché sapeva che sarebbe nata di lì a poco la certificazione di parità. Stando nel mondo della politica sapeva che c’era in ballo questa legge. E’ quello che dichiara una manager di Obiettivo Cinque, società specializzata appunto nella consulenza alle grandi aziende sulla parità di genere. La tesi è che la Di Biase, potendo disporre di informazioni privilegiate, le avrebbe immediatamente trasformate in un bel business. Tutto facilitato se come socio gai una deputata Pd con accesso privilegiato ai vertici del partito. «Ci hanno detto che l’idea di fondare la società è stata sua perché sapeva che sarebbero arrivati dei finanziamenti pubblici nel settore» dice Lorenzo Vendemiale, uno dei due autori dell’inchiesta di Report. Lei si difende con veemenza: «È ridicola questa cosa, non ho nulla da nascondere». Il business, intanto, va alla grande, puntando ora a prendersi anche i finanziamenti legati al Pnrr per il gender gap.

Zan: dove finiscono i guadagni

In questo “pasticciaccio brutto” sarebbe coinvolto pure l’onorevole Alessandro Zan, risultando titolare di una società che incassa oltre un milione di euro dai festival Lgbtqia+. Il parlamentare dem, vicino alla segretaria Elly Schlein, rispondendo a Report dice: «Io ho solo prestato il nome e tutto quello che si guadagna viene reinvestito nelle iniziative».

La manifestazione sotto la lente


Il Pride Village di Padova è il più importante festival d’Italia e anche del Nord Est europeo. Tre mesi di concerti e grandi eventi con oltre 200mila presenze a edizione. Il fondatore di Be Proud Srl sarebbe Alessandro Zan, deputato del PD, il firmatario del tanto chiacchierato disegno di legge contro l’omotransfobia, successivamente boicottato dalla Lega. Zan è pure il socio di maggioranza della società che dall’organizzazione del Pride incasserebbe oltre un milione di euro l’anno. Anche Dagospia rincara la dose: «Un bel giocattolo per fare business, che macina migliaia di euro ed è stato sostenuto anche da 180mila euro ristori per il covid». «Nessun conflitto di interessi, lo faccio a titolo gratuito e per spirito di servizio» la risposta secca di Zan.

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