Si chiama Tommaso Gilardoni ed è un dj 24enne. Vive e lavora a Londra. È un teste chiave nel processo in cui è imputato di violenza sessuale insieme a Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa.
Quella notte di maggio
I fatti sul tavolo della Squadra Mobile risalgono alla notte tra il 18 e il 19 maggio. Quella sera Gilardoni si esibiva all’Apophis Club di Milano, dove tra il pubblico c’era La Russa jr. e una ragazza, sua ex compagna di liceo. La giovane sostiene che dopo lo show sarebbe sarebbe stata portata a casa La Russa, per svegliarsi la mattina successiva, nuda, nel suo letto, in stato confusionale.
«Rapporto consenziente»
Gilardoni, sentito in Procura accompagnato dal suo avvocato Alessio Lanzi, nega tutto di fronte al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pubblico ministero Rosaria Stagnaro. Spiega che dal suo punto di vista si trattò di «rapporto consenziente» e accetta di sottoporsi alla prova del Dna per compararlo con i reperti raccolti dagli investigatori.
La prossima tappa
Tra i testi già comparsi si segnala anche Tommaso Inzaghi, figlio dell’allenatore dell’Inter e di Alessia Marcuzzi. Leonardo Apache La Russa attualmente è all’estero e sarà il prossimo, sicuramente entro dicembre, a essere ascoltato in tribunale.
Papà Ignazio fiducioso
Quando è emerso il caso, nel luglio scorso, Ignazio La Russa è intervenuto con il suo proverbiale piglio e con un lessico da giurista consumato in difesa del figlio: «Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale, ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne da notizia – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”. Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero».