Achille Lauro rivela uno scorcio intimo della sua vita nell’atteso docufilm “Ragazzi madre – L’Iliade“, disponibile dal 14 dicembre su Prime Video. L’artista 33enne rivive la sua adolescenza turbolenta, narrando di una vita, trascorsa in una comune nella periferia romana, circondato da figure negative che considerava figure paterna.
La solita storiella insomma che accomuna gli artisti da sempre. L’artista racconta di aver rubato nei supermercati e di esser stato coinvolto in attività illegali. Addirittura ammette di aver posseduto quattro cellulari senza batteria, simbolo del suo coinvolgimento in comportamenti delittuosi. Un vero criminale!
Forse Achille Lauro sta recitando il ruolo dell’artista decadente cresciuto tra malavita e povertà per impietosire il pubblico e fare business. Ormai, sia Netflix che Prime Video fanno docufilm su chiunque pur di aumentare gli abbonamenti… Perché in realtà Lauro professa miseria ma la sua è una famiglia benestante, con un padre dal ruolo importante.
Chi è il padre di Achille Lauro?
Come è possibile quindi che l’artista, dalle mise scandalose, abbia un passato da delinquente? Il padre, giudice della Corte di Cassazione ed ex avvocato e un figlio “scappato di casa” che ruba nei market? Qualcosa non torna. Di cosa si tratta: finzione per dare un immagine diversa di sé o pecora nera della famiglia?
Il padre Nicola De Marinis è stato in precedenza titolare della cattedra di Diritto del Lavoro presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi del Molise. Un uomo con rapporti importanti, che ha fatto parte della redazione di numerose riviste scientifiche ottenendo parecchi contratti di ricerca. Negli anni ’90, il padre di Lauro è stato chiamato anche come esperto giuridico dalla Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici.
Il rapporto con il figlio Achille Lauro
Per quanto riguarda il rapporto con Lauro De Marinis (nome all’anagrafe di Achille), Nicola ha spiegato al settimanale Di Più di essersi sentito spesso un padre “pesante”.
“Entrambi i miei figli a un certo punto della loro vita hanno frequentato persone molto lontano dal nostro mondo borghese nel quale io ho cercato di crescerli. Questo è stato il loro modo, a mio avviso, di scontrarsi con me. Mio figlio Lauro ha visto amici finire in cercare e morire di overdose, ha toccato con mano la disperazione. Ma che queste esperienze lo abbiano condizionato, esaurito, risucchiato verso il male, assolutamente no”, ha raccontato. Quindi anche il padre ha ammesso che il figlio ha assistito in gioventù a qualche marachella e magari ne avrà anche preso parte. Nulla di così grave da segnarlo a vita così come lui cerca di far intendere.
Il docufilm di Achille Lauro
Il documentario segue il percorso artistico di Lauro, esplorando i momenti “cruciali” della sua carriera fino al trionfo a Sanremo, offrendo uno sguardo dettagliato sulle sue celebri esibizioni. Il film segna la chiusura di un decennio artistico significativo per Achille Lauro, aprendo le porte a nuove opportunità. L’artista annuncia i suoi piani futuri di trascorrere sei mesi negli Stati Uniti, a Los Angeles, per concentrarsi sulla musica e sulle connessioni creative, confermando la sua assenza da Sanremo nel 2024.
Oltre la musica c’è di più…
Tuttavia, oltre alla sua carriera, Lauro si dedica attivamente a iniziative benefiche, visitando scuole e comunità per condividere la sua storia e ispirare i giovani che affrontano situazioni complesse. L’artista riconosce l’importanza di comprendere le passioni dei ragazzi e ribadisce la necessità di analizzare il contesto sociale in cui crescono i giovani, specialmente coloro che provengono da realtà difficili. Sul tema della musica e dell’ambiente di provenienza dei trapper e rapper, Lauro sottolinea che le canzoni riflettono spesso la realtà circostante e, pur riconoscendo l’influenza delle tendenze, enfatizza l’importanza di considerare l’ambiente di provenienza di questi artisti. Egli invita a concentrarsi sull’ambiente e sulla situazione socio-economica che spesso può essere fonte di isolamento e mancanza di opportunità per molti giovani, affermando che la musica può fungere da mezzo di riscatto sociale per molti di loro. Queste attività sono forse una forma di “redenzione” per il suo trascorso da gangster?