Cortina nel weekend è ripiombata negli anni ’80… e senza l’utilizzo della DeLorean. Questo salto indietro nel tempo è avvenuto attraverso la celebrazione dei 40 anni di Vacanze di Natale, film cult firmato da Carlo Vanzina. E tra le varie iniziative in cartellone – tenetevi forte – il concerto di Jerry Calà, iche nella pellicola interpretava il playboy Billo. Con biglietti che oscillavano tra i 250 e i 300 euro, alla pari di un live di Bruce Springsteen!
Botta e risposta con il pubblico
Alcuni fan si sono presentati con look dell’epoca, da Roma è arrivato perfino un giornalista del New York Times. Lui che di solito ha a che fare con Biden e Obama, gli è toccato questo revival per 300 ospiti che assomiglia a una festa di Capodanno anticipata di due settimane. Titolo dello show — non poteva che essere altrimenti — una battuta della pellicola: «Non sono bello… piaccio!». Calà sale on stage, tenendo a precisare: «Non rompete i coglioni con Maracaibo, che la faccio alla fine». Stimolando la folla da consumato profesionista: «Vi ricordate quando si veniva a Cortina in pullman?». Un boato di sì. «Ma che cazzo ne sapete voi… Ora facciamo la hit parade delle canzoni da torpedone in gita. Io stavo sempre nei posti in fondo: ero l’unico che non slinguava con nessuna ma mi sono rifatto in Vacanze di Natale». Roba per palati robusti, che non vanno tanto per il sottile quando si tratta di ridere.
Un messaggio rivolto a Jovanotti
E vai con i super classici della musica italiana, in modalità karaoke col pubblico: «Per me gli anni 80 sono stati un continuo battito del cuore, tanto che mi è arrivato pure un infartino». Musica e parole: «Jovanotti? Mi sta sulle balle. Vi ricordate che canta È una libidine / È una rivoluzione? Me l’ha fregata. La libidine l’ho inventata io». Pure doppia e coi fiocchi. Cosa rimane di quel film di Vanzina? «Il Billo che è in me salta sempre fuori. Non ha mai messo la testa a posto, solo che non si porta il lavoro a casa perché adesso ha moglie e figlio».
Revival… pubico
Rimpiange i tempi che furono: «Eravamo ingrifati», lanciandosi in una sorta di appello: «Lo so che siete d’accordo con me: io sono per il ritorno del ciuffettino delle signore». Standing ovation dei 300 di tutte le età: non solo chi è cresciuto con il film, ma anche chi non era nato, uniti in un coro collettivo da avvinazzati. Con grande operazione strategica dell’hotel Posta che 40 anni fa negò le riprese all’interno dei suoi spazi. Spiega Aurelio De Laurentis: «Volevano essere pagati, io pensavo fossero loro a dover pagare me», ricorda Aurelio De Laurentiis, produttore di un film che ha scritto l’immaginario collettivo di diverse generazioni con i suoi personaggi scolpiti nella memoria: il «boro pazzesco» Claudio Amendola; il fluido ante-litteram Christian De Sica con la sua famiglia arricchita, pariolini di Frascati; il «cumenda» milanese Guido Nicheli e l’annoiata moglie Stefania Sandrelli. Un amarcord riuscitissimo, non particolarmente elegante… ma che Una festa da strapaese riuscitissima. E anche questa celebrazione – come diceva il personaggio interpretato da Riccardo Garrone… «se la semo levata dalle palle».