Lo scrittore Roberto Saviano viene attaccato sul palco di Atreju da Giorgia Meloni: «Nel napoletano ci sono storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito da New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani, sempre si intende a pagamento». Il capo del governo non lo nomina, ma il bersaglio è evidente.
Dilettanti dell’antimafia
Saviano carica il mortaio e spara la sua replica: «Dimmi chi ti attacca e ti dirò chi sei. Ogni anno la Meloni mi cita, ha necessità di trovare nel deserto di quello che non fa un bersaglio su cui riversare la sua rabbia. È un vecchio adagio: già Michele Greco se la prendeva col Padrino. È una declinazione tipica dell’omertà: “Zitto perché se ne parli sei complice“. Un modo furbesco per invitare al silenzio da sempre». Quindi aggiunge polvere da sparo su X: «Ma lo sa #Meloni che chi scrive di #camorra vive sapendo che ci sono dilettanti dell’antimafia pronti ad accusarlo di aver diffuso il male per il solo fatto di averlo nominato? Lo sa che l’espressione: “Si è arricchito con la camorra” l’hanno pronunciata prima di lei boss…».
A Fazio e Giannini non va giù
Il caso diventa protagonista del talk show di 9 Che tempo che fa. Il giornalista Massimo Giannini prende senza riserve le parti dell’autore di Gomorra: «Ma vi rendete conto della gravità dell’ennesimo attacco a Roberto Saviano, che è un intellettuale responsabile solo di avere criticato le politiche migratorie di questo governo? Perché evocare evocare il complotto? Dice: “Cercheranno di farci cadere anche con metodi non proprio legittimi”. Con chi ce l’ha, a chi sta parlando?». E Fazio acconsente. Saviano è stato più volte suo ospite, ce lo aspettavamo.
Morale della favola
Guai a chi tocca Saviano, verrebbe da dire. Sulle colonne del Giornale, il parere fuori dal coro della giornalista Francesca Galici: “È sempre pronto a pontificare e dire la sua contro tutti e contro tutto quello che non è di suo gradimento, per poi non essere in grado di accettare di ricevere una critica. Se uno scrittore parla di politica, perché la politica non dovrebbe parlare dello scrittore?”.